Vanna Iori

Su HP: “Le primarie devono e possono rafforzare il progetto del Pd”

Su HP: “Le primarie devono e possono rafforzare il progetto del Pd”
27/04/2017 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Partito Democratico


Il mio nuovo articolo pubblicato oggi, giovedì 27 aprile 2017, sul mio blog sull’Huffington Post Italia.

 

Il senso di responsabilità che spinge a lavorare per dare risposte sempre più adeguate ai bisogni e alle esigenze dei cittadini. A non fermare il percorso delle riforme. Ma anche la necessità di fare squadra perché i successi, quelli che in questi anni ha raccolto il paese, sono frutto del lavoro di tutti coloro che animano il Partito democratico. Nessuno escluso. Il confronto televisivo su Skytg24 tra i tre candidati alle primarie che si terranno il 30 aprile ha messo in evidenza diversità di vedute e divergenze su alcuni temi, ma la traccia che ha segnato gli interventi di Matteo Renzi è stata quella dell’unità.

Si può essere o meno d’accordo su come salvare Alitalia piuttosto che sui particolari della nuova legge elettorale, ma sarebbe un errore gravissimo disperdere innanzitutto l’unicità del partito. Il Pd – è bene sottolinearlo – è l’unico partito in Italia che sceglie, oramai da anni, di ricorrere alla consultazione diretta con il suo popolo per orientare le proprie scelte attraverso la scelta dei candidati chiamati a ricoprire gli incarichi principali nel partito, a livello nazionale così come sui territori.

Bisogna essere ben consapevoli dell’importanza di muoversi in una prospettiva di democrazia interna e di unità, dove il confronto tra le differenze non deve mettere in discussione l’appartenenza a uno stesso progetto. I nemici non abitano al Nazareno. I nemici si chiamano razzismo, populismo, antieuropeismo. E questi tratti li ritroviamo in Grillo o in Salvini, in chi attacca il lavoro straordinario che ogni giorno svolgono le Ong per soccorrere i migranti in mare. Ma anche in chi sbraita contro l’Europa provando a mascherare l’incapacità di chiedere alla stessa Europa di cambiare, come ha fatto il governo presieduto da Renzi su temi importanti come l’immigrazione e i conti pubblici.

Il nostro segno distintivo, dopo il voto delle primarie, deve restare quello dell’unità. E dell’impegno a riaffermare il nostro patrimonio di idee fondate sulla solidarietà, sui diritti, sull’uguaglianza, sulla scelta e sull’impegno. Le idee condivise, anche nei confronti interni, accrescono la consapevolezza che i risultati sono arrivati ogni volta che la sinistra ha saputo sottrarsi alle divisioni e affermare la sua forza propositiva di partito unito e forte. Alla fine chiunque vinca sarà quindi il segretario di tutti, poiché le diversità e il confronto non devono produrre divisione ma essere stimolo e arricchimento reciproco. Ecco perché dobbiamo andare avanti, insieme, in un cammino condiviso.

Chi andrà a votare il 30 aprile farà la propria scelta. Io ho scelto di sostenere la mozione Renzi-Martina perché ne ho apprezzato l’affermazione dei valori del riformismo, che è necessario consolidare e rilanciare perseguendo un impegno in grado di rispondere ai grandi mutamenti politici ed economici che stanno attraversando l’Italia e l’Europa. Quale idea di partito vogliamo per affrontare queste riforme e fornire risposte efficaci? Un partito autenticamente riformista che, attraverso l’innovazione istituzionale basata su rappresentanza e governabilità, metta al primo posto i diritti per i giovani, il lavoro, le persone in difficoltà, le famiglie con fragilità, investendo sulla sicurezza, l’ambiente, la salute, lo sviluppo sostenibile, la scuola e la cultura, il welfare, la parità di genere.

Innanzitutto quindi un partito “pensante” che voglia investire sulla formazione della classe dirigente, aspetto decisivo per il futuro del paese. Il pensiero però non prescinda dal sentire, poiché ragione e sentimento, mente e cuore devono vedersi attribuiti lo stesso valore. Infatti la capacità di sentire e di farsi carico dei problemi che riguardano la vita quotidiana delle persone è indispensabile alla razionalità dell’agire politico. Per questo l’altra parola chiave della mozione è “cura”, nel senso di prendersi cura, che è il contrario dell’indifferenza: è affermare prioritariamente “ci tengo”, “ho a cuore” i bisogni delle persone. Non a caso “I care” era il cartellone che don Milani esponeva nella scuola di Barbiana. Il Pd deve prendersi cura di se stesso pensando agli altri. Insieme.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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