Vanna Iori

Cibo, donare l’eccedenza per la generazione ”fame zero”

Cibo, donare l’eccedenza per la generazione ”fame zero”
17/10/2015 | Categorie: Cibo, Huffington Post, Media Press


Il mio nuovo articolo uscito oggi sull’Huffington Post.

 

La generazione ”fame zero” sta per nascere, come ha ricordato il presidente della Repubblica a Milano in occasione delle celebrazioni per il World Food Day: ora tocca a noi facilitare questo avvento. La consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione e, ancor di più, della necessità di non sprecare il cibo, è diventata patrimonio di milioni di persone, anche grazie a Expo. Ora deve necessariamente tradursi in atti concreti.

La Carta di Milano rappresenta un manifesto programmatico straordinario, indicando priorità e azioni che includono la necessità di un impegno in prima persona. I molti paradossi legati al sistema alimentare e alla necessità di diffondere un’alimentazione sostenibile, sicura e nutriente a livello planetario, vanno superati.

Innanzitutto lo spreco di cibo non è più accettabile a fronte dell’indigenza alimentare di milioni di persone, né sostenibile per le conseguenze ecologiche planetarie. La Fao ha quantificato in 1,3 miliardi di tonnellate (pari a un terzo della produzione mondiale) lo spreco di cibo destinato al consumo umano: una quantità che nutrirebbe per un anno intero metà dell’attuale popolazione. In Italia l’osservatorio Waste Watcher quantifica in 8,1 miliardi di euro l’anno lo spreco domestico. Il governo italiano, attraverso il Pinpas (il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare), ha avviato un percorso di consultazione e coinvolgimento di tutti i protagonisti della filiera agroalimentare (enti locali, istituzioni, associazioni di volontariato, aziende, associazioni di consumatori, produttori e
grande distribuzione) per favorire e facilitare la donazione delle eccedenze e dei prodotti invenduti.

Già esistono buone pratiche collaudate, soprattutto nella collaborazione tra le catene della grande distribuzione alimentare e gli enti benefici, in primis la Caritas. Ciò che chiedono è semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione del quadro di riferimento normativo (procedurale, fiscale e igienico-sanitario) per facilitare queste collaborazioni tra chi accoglie le richieste di aiuto dalle persone in povertà e chi vuole abbattere lo spreco delle eccedenze. Si potrà così accrescere il numero di persone che possono usufruire della distribuzioni delle eccedenze. La proposta di legge 3057, alla quale ho contribuito, vuole rappresentare in tal senso un contributo concreto per raggiungere questo obiettivo.

Ma il tema del cibo è legato anche al secondo paradosso della corretta alimentazione. La malnutrizione si presenta come un Giano bifronte: obesità e denutrizione. Quasi un miliardo di persone al mondo patisce la fame o la denutrizione e circa un miliardo e mezzo si ammala o muore in conseguenza dell’eccesso di cibo. Ogni anno si registrano 36 milioni di decessi per assenza di cibo e, paradossalmente, 29 milioni di decessi per le patologie dovute all’eccesso (diabete, tumori, disfunzioni cardiovascolari, respiratorie, muscolari, scheletriche). Sono numeri drammatici. Su questo versante occorre un’azione educativa capillare perché gli effetti della cattiva alimentazione sono una vera piaga sociale e comportano costi umani e sanitari altissimi.

L’impegno si rende ancora di più urgente per i bambini. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità ci sono nel mondo 144 milioni di bambini sottopeso e 155 milioni di bambini obesi. L’Italia è uno dei Paesi europei in cui si ha il maggiore aumento dell’obesità infantile: nei bambini tra gli 8 e 9 anni, il 25% è obeso e il 50% è sovrappeso. Superfluo aggiungere che lo stile di vita sedentario accresce l’obesità.

Un grande investimento educativo risulta strategico e decisivo per aumentare nei bambini, e ancor di più nei loro genitori, un rapporto sano con il cibo. Se è facile intuire come la povertà sia il fattore principale della denutrizione, molti altri fattori sono all’origine della malnutrizione: dal contesto socio-economico familiare agli stili di vita, poiché solo il 44,7% dei genitori conosce le regole della sana alimentazione e ben il 37% delle madri di figli in sovrappeso non ritiene mai “eccessiva” la quantità di cibo somministrato. Solo la generazione che conosce il valore del cibo e del consumo consapevole può aprire l’ingresso alla generazione ”fame zero” che è alle porte: non facciamola bussare invano.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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