Vanna Iori

Le forze progressiste e riformiste pensano ai giovani

Le forze progressiste e riformiste pensano ai giovani
14/08/2022 | Categorie: Huffington Post, Media Press


I giovani sono tra i gruppi più colpiti dalla crisi economica e sociale innescata dalla pandemia di Covid 19. Hanno perso il lavoro o hanno visto peggiorare le loro condizioni lavorative, hanno visto l’insegnamento variare da modelli in presenza a modelli di didattica a distanza, le loro interazioni sociali sono state limitate, è stata impedita la loro capacità di lavorare e viaggiare tra diverse regioni.
In conseguenza c’è stato un grave aumento di casi di giovani con disagi emotivi e mentali. Le analisi hanno rilevato che non ci sono state risposte efficaci da parte dei governi nazionali per aiutare i problemi di salute mentale dei giovani durante e dopo la pandemia. C’è stato un aumento esponenziale delle richieste di aiuto da parte di ragazzi e famiglie che si muovono in una condizione di fragilità educativa, aumento di dispersione scolastica, maggiore precarietà psicologica, con conseguenti crisi personali e relazionali. Si tratta di malesseri profondi che avranno conseguenze nel lungo periodo se non affrontate in modo tempestivo e appropriato e che rischiano di dar luogo a una nuova drammatica emergenza.
I giovani hanno subito più di tutti, insieme alle donne, i costi della crisi del 2008 e della pandemia del 2020. Adesso, con la crisi internazionale, la situazione peggiorerà. L’ascensore sociale quasi bloccato che non permette di mettersi in gioco e costruire il proprio futuro; salari che crescono solo con l’anzianità; formazione insufficiente; molte forze politiche che si concentrano su quando mandare in pensione e non su come far lavorare i giovani, una terrificante crisi climatica che rischia di consegnare alle future generazioni un mondo difficile da vivere.
Tutti elementi che generano grande sfiducia: meno di un giovane italiano su due si dice ottimista riguardo al proprio futuro. Come ha ben detto il Professor Alessandro Rosina “ancor più oggi che in passato le nuove generazioni vanno intese come il modo attraverso cui la società sperimenta il nuovo del mondo che cambia. Se ben preparate e messe nelle condizioni adeguate sono la componente della società maggiormente in grado di mettere in relazione le proprie potenzialità con le opportunità delle trasformazioni in atto. Viceversa, i giovani rischiano di essere i primi a veder scadere le proprie prerogative, a trovarsi maggiormente esposti con le loro fragilità a vecchi e nuovi rischi”.
Le forze riformiste e progressiste devono partire necessariamente da qui, dal motore propulsivo della società, dai giovani. Non è un caso che il Pd abbia fortemente sostenuto, in sede di esame della governance del PNRR, l’istituzione di una clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile.
Una “trasversalità” proprio legata alle disuguaglianze generazionali e di genere che dia una risposta tangibile e concreta a un fenomeno strutturale di questo Paese. Ma penso anche alle altre proposte che abbiamo fatto al governo: il potenziamento del servizio civile universale, la garanzia statale sui mutui prima casa per i giovani, il passaggio a lauree abilitanti per un vero rinnovamento delle professioni, la possibilità di iscriversi contemporaneamente a più di un corso di studio, l’aumento dei ben 13 miliardi sulla Missione istruzione e Ricerca, con un investimento per incentivare le ragazze all’iscrizione alle lauree Stem, l’investimento nelle infrastrutture sociali fra cui gli asili nido.
L’economia della cura crea posti di lavoro al femminile direttamente e indirettamente. Dà ai giovani quella rete di protezione che consente a tutti di progettare il futuro senza che la famiglia, i figli diventino una causa di rinuncia o un ostacolo. Abbiamo fatto proposte di riforma dell’apprendistato; per il potenziamento delle competenze e dei servizi di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro.
Noi lavoriamo per un sistema di istruzione e formazione e un welfare più forti e più a misura di giovani. Servono risorse permanenti su politiche per l’infanzia, scuola, ricerca e università, per combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica e moltiplicare le opportunità delle nuove generazioni. Un insieme di politiche per i giovani che vada dalla scuola fino al lavoro. Passa da qui la soluzione alla questione generazionale che è uno dei principali problemi del nostro Paese e del nostro tempo. Ora queste proposte vanno rafforzate e spiegate nel corso di questa breve campagna elettorale.
La questione generazionale è lo specchio della questione italiana, del perché il nostro Paese non cresce e non investe sulla qualità dei giovani, dell’istruzione, del lavoro. Il nuovo Pd ne ha fatta la sua priorità, creando una “missione giovani” che non sta solo mettendo in fila politiche giovanili, ma sta ridisegnando il cuore dell’indirizzo politico che l’Italia dovrebbe darsi. 



Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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