Vanna Iori

Dino Giarrusso? La competenza non è più una virtù

Dino Giarrusso? La competenza non è più una virtù
05/09/2018 | Categorie: Huffington Post, Media Press


Il governo affida all’ex Iena Dino Giarrusso il controllo dei concorsi universitari come se la gestione di processi amministrativi complessi fosse il set televisivo di una gigantesca e permanente campagna propagandistica. L’uomo delle inchieste indagherà sul “torbido mondo” del reclutamento universitario: sembra il claim di un becero giustizialismo più che il gesto di buon senso di un governo il cui obiettivo principale dovrebbe essere amministrare la cosa pubblica e tutelare il rispetto delle regole. Invece siamo ancora alla solita propaganda per ottenere un like in più sulle pagine Facebook. C’è una segnalazione su un concorso? Non vi preoccupate arriverà l’ex Iena a fare chiarezza. Nel mondo alla rovescia che vorrebbe costruire il M5s, Dino Giarrusso, il venditore di bufale anti-scientifiche come “stamina” e il tribuno del popolo catodico, dovrà occuparsi del corretto reclutamento dei nostri docenti universitari e, dunque, del futuro proprio della scienza e del sapere. La democrazia del web è in azione. Il Ministero non ha ancora un capo dipartimento dell’università ma ha già un volto televisivo, acchiappa consensi, da mostrare ai cittadini: l’osservatore giustiziere che eliminerà distorsioni e anomalie. La verità è che la struttura che Giarrusso dovrà presiedere e cioè “l’osservatorio sui concorsi nell’università e negli enti di ricerca” non servirà a promuovere merito e trasparenza ma a dare fiato a un movimento in debito di ossigeno che, alla prova di governo, sta mostrando tutte le sue debolezze e contraddizioni.

Nel mondo universitario, esistono già dei meccanismi di vigilanza che consentono ai candidati di difendere i propri diritti e la valutazione stessa delle università assicura i controlli; sarebbe necessario che una classe dirigente competente li mettesse in pratica. Invece, i nuovi giacobini pensano di risolvere il problema mandando uno a fare dei blitz contro i professoroni parrucconi e corrotti. La competenza non è più di moda. Oggi ciò che conta è dire ai cittadini che chiunque di loro potrebbe governare anche privo di competenza o titolo. Nella Repubblica dei click, dove il Parlamento è un semplice orpello e lo studio una inutile perdita di tempo, gli ultimi diventeranno i primi. Di Maio docet.

Nella stagione delle gogne mediatiche in cui i processi non si fanno nei tribunali ma in tv e sulle pagine Facebook, la nomina di Giarrusso rientra in questa pericolosa tendenza che sta minando le fondamenta della democrazia. Ha ragione Gramellini: i Cinque stelle porteranno a compimento il sogno infranto di Berlusconi e cioè la sostituzione della nomenclatura di Stato con la nomenclatura televisiva. È curioso che a compiere questa mutazione genetica sia un movimento che aveva fatto del merito e della trasparenza le sue cifre distintive ma che, nel volgere di pochi mesi, le ha fatte scomparire dall’orizzonte di governo perché il potere impone nuovi codici. La competenza non è più una virtù, ma quasi una colpa. Meno sai meglio è, perché la conoscenza e la cultura sono strumenti per ingannare e non per aiutare i più fragili.

Oggi il campione tv dell’anti-scienza e dei processi tv, diventa il garante della selezione dei docenti universitari avverando, da una parte, il desiderio del grillino Barillari per cui la scienza deve essere assoggettata alla politica e, dall’altra, quello di Casaleggio di disegnare una società senza merito e trasparenza. Altro che futuro. Abbiamo fatto un altro passo nel Medioevo prossimo venturo.

 

Il mio articolo per Huffingtonpost




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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