Vanna Iori

Non nominare il nome di Dio invano

Non nominare il nome di Dio invano
20/05/2019 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Politica


“Non nominare il nome di Dio invano”. Matteo Salvini sembra aver dimenticato il secondo comandamento che prevede che non si parli del Signore con leggerezza, inutilmente e a sproposito, o per un semplice tornaconto personale.

Un comizio politico, tra l’altro di segno profondamente divisivo, come quello messo in scena sabato a Milano non può essere il luogo per svolgere litanie che nulla hanno a che vedere con i valori predicati nel Vangelo. Tra l’altro, negli ultimi mesi, il Ministro dell’Interno è stato il protagonista di una campagna di odio che sta segnando fortemente il nostro Paese e che è ben lontana dai valori cristiani dell’accoglienza, dell’amore e della carità.

Se anche il sovranismo nazionalista ha bisogno della religione per imporsi, è inaccettabile che essa venga usata in modo così indecente. Il rosario brandito, baci alla “madunina” e fischi della folla al Papa, l’evocazione dei sei Patroni d’Europa, Benedetto da Norcia, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce, a cui affidare il loro esclusivo destino e non certo quello di chi non la pensa come questi novelli e pericolosi nazionalisti, trafficanti di odio, per raccogliere un voto in più e continuare le scelte ignobili compiute in tema di diritti umani.

Soprattutto la paradossale citazione di Teresa Benedetta della Crocerappresenta il corto circuito di questo sovranismo d’accatto che mina l’Europa e i valori su cui è stata costruita. Santa Teresa, infatti, altri non è che Edith Stein, una filosofa allieva di Husserl che, pur essendo monaca carmelitana, fu deportata e morì ad Auschwitz Birkenau perché di razza ebrea.

Ma questo Salvini certo non lo sa, mentre pronuncia il suo nome. Ed è inquietante che venga invocata la protezione di questa santa da un cartello elettorale che strizza l’occhio agli antisemiti, rievocando posizioni “suprematiste” che pensavamo di aver sconfitto settanta anni fa. Non è un caso che la Comunità ebraica di Roma abbia preso una posizione politica forte, segnando una distanza profonda dalla destra sovranista.

Ma la ruspa di Salvini non si ferma. Il vicepremier leghista mostra ogni giorno di non aver alcuna coscienza e di essere, insieme ai suoi amici sovranisti, il leader più pericoloso e spregiudicato degli ultimi anni. Le sue parole non solo offendono i sentimenti cristiani ma ogni coscienza e principio dell’umanesimo.

“Restiamo umani” stava scritto su un manifesto apparso in piazza Duomo a Milano e fatto ritirare. Perché offensivo? E chi offendeva? Indicava che l’inumano rischia di diffondersi tra noi. Non solo chi si riconosce nel cristianesimo, ma anche chi è semplicemente rispettoso dell’umanità, non può tacere di fronte a questo tentativo di piegare la religione cristiana a un disegno eversivo.

Mentre Salvini, infatti, agita il Vangelo, una nave carica di donne e uomini viene respinta in nome del consenso elettorale. Mentre Salvini agita il Vangelo, l’Onu dichiara che il decreto sicurezza viola i diritti umani.

Oggi Papa Francesco ha letto alcuni brani del Vangelo legati alla capacità di chi crede di superare i momenti difficili, di accogliere gli oltraggi con spirito positivo e di essere capaci di perdono. Questo è l’esempio che il Vangelo ha lasciato al mondo. E chi avrebbe mai pensato che il leader dell’odio, della rabbia, della menzogna e del rancore, un giorno se ne sarebbe impossessato, stravolgendolo per conquistare l’Italia.

Ma forse non ha mai aperto le pagine di quel Vangelo. Qualche ora fa, il cardinale Parolin ha dichiarato: “Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso”. Mi auguro che i cristiani abbiano un sussulto di consapevolezza e non diano la loro fiducia a chi nomina il nome di Dio invano.

 

Il mio articolo per Huffington Post




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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