È sempre più importante proseguire gli sforzi per fermare il fenomeno dei bambini-soldato

Almeno 65mila bambini sono stati liberati da forze e gruppi armati negli ultimi dieci anni, come reso noto dall’Unicef, ma sono ancora troppi quelli che vivono una condizione di barbarie inaccettabile: l’impegno per fermare il fenomeno dei bambini-soldato deve proseguire con sempre maggiore impegno.
Ci sono 8 paesi nel mondo, dall’Afghanistan alla Somalia, che impiegano bambini e bambine nei loro eserciti ufficiali e più in generale sono 23 i paesi nel mondo che utilizzano i minori arruolandoli in gruppi armati ribelli: uno scenario dove si annulla il diritto all’infanzia, dove le armi “vere” sostituiscono la dimensione del gioco e dove i bambini vengono cresciuti nella “normalità” di gesti come uccidere spietatamente.
Che ne sarà di loro quando saranno adulti? Rispetto e pietà rimarranno sconosciuti? Dieci anni fa il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva chiesto formalmente a tutti i soggetti coinvolti di concordare un piano d’azione con scadenze precise: è un impegno che non va disatteso, ma che va anzi sostanziato di azioni aggiuntive.