Finalmente al centro la persona
“Questa riforma prevede finalità molto chiare già nel primo articolo e indica la sua ragione fondamentale nel progetto di vita personalizzato e partecipato, diretto a consentire alle persone con disabilità non solo una maggiore autonomia, ma anche di essere protagoniste della propria vita e di realizzare un’effettiva e piena inclusione nella società.
La centralità della persona implica infatti il rispetto dei suoi progetti in qualunque situazione, di vincoli o di limiti essi vengano concepiti. Questo è il principio democratico fondamentale in cui l’autentica relazione di cura, il prendersi cura non si riferisce ad un corpo organismo, quindi a sintomi o patologie, ma si riferisce a un corpo persona, con i suoi desideri, le sue ansie, le sue gioie e i suoi affetti. La persona quindi come soggetto di cura, non come oggetto di cura.
Il principale obiettivo è quello, dunque, di garantire alle persone con disabilità il riconoscimento della propria condizione, mediante una valutazione trasparente e agevole, tale da consentire il pieno esercizio dei propri diritti sociali e civili e delle pari opportunità, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di contrasto delle discriminazioni.
Dobbiamo a questo punto cambiare anche il nostro lessico. Non dobbiamo più dire «i disabili», perché stiamo parlando di persone, di persone che sono diverse tra loro.
Questa delega rappresenta, dunque, un passo fondamentale e occorrono risorse importanti per i decreti attuativi. Nel PNRR ci sono 500 milioni per la deistituzionalizzazione, con il passaggio dal welfare di protezione al riconoscimento dei diritti. Non avremo più servizi standardizzati, in cui le persone devono adattarsi, ma un livello essenziale delle prestazioni che vada verso il riconoscimento dei bisogni specifici di ogni persona”. Così la senatrice Vanna Iori, capogruppo Pd in commissione Sanità, nel suo intervento in aula durante la discussione sulla legge delega sulla disabilità.