Vanna Iori

Il pesante nesso tra disabilità e povertà e il colpevole silenzio del governo

Il pesante nesso tra disabilità e povertà e il colpevole silenzio del governo
08/12/2018 | Categorie: Disabilità, Huffington Post, Media Press


Qualche giorno fa, 3 dicembre, è stata celebrata la giornata mondiale delle persone con disabilità e il governo ha perso l’occasione di dare un segnale di attenzione che andasse oltre generiche e vuote affermazioni di principio. Vi è, infatti, un crescente nesso tra le condizioni di non autosufficienza e la povertà economica che andrebbe affrontato in modo strutturale. Un emendamento del Pd alla Legge di Bilancio che avrebbe consentito di dare un sostegno concreto alle persone che hanno più bisogno è stato respinto, e resta il problema di entrare a fondo per offrire risposte dignitose. Non basta aggiungere qualche risorsa al fondo per le non autosufficienze o annunciare un Codice Unico per la disabilità, per poter dire di essere dalla parte delle persone fragili.

È necessario uscire dalla logica degli spot elettorali e impegnarsi nella realizzazione di politiche di lungo periodo che permettano misure efficaci e concrete che migliorino la vita delle persone con disabilità. La manovra presentata dal governo, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, non avvia quella rivoluzione, quella annunciata dal Ministro Salvini con l’istituzione di un ministero ad hoc che, oggi, sembra soltanto una bandierina messa sulla scacchiera della politica che vive la sua propaganda permanente.

La misura, che abbiamo proposto e che ripresenteremo al Senato, prevede l’istituzione di un assegno personale di cura per favorire progetti individualizzati per l’inclusione sociale, l’autonomia personale e le necessità di sostegno intensivo delle persone con disabilità non autosufficienti. Una norma che, una volta approvata, determinerebbe un significativo aumento delle risorse e un loro impiego per progetti di indipendenza e autonomia volti a sviluppare il potenziale di ciascuno

L’assegno non inciderebbe sulle altre prestazioni attualmente previste (per esempio: indennità di accompagnamento, indennità di comunicazione, pensione di invalidità), sarebbe commisurato in base al grado di gravità, alle condizioni e necessità specifiche e all’intensità del sostegno individuale necessario, fino a un valore massimo di circa 1.500 euro e la sua erogazione sarebbe subordinata alla sottoscrizione di un progetto individualizzato e al rispetto di procedure di rendicontazione per assicurare la coerenza tra l’utilizzo della prestazione e la finalità del progetto. In un Paese dove le persone con disabilità vivono in condizioni economiche molto peggiori rispetto al resto della popolazione a causa dell’assenza di lavoro e del costo dell’assistenza.

Da un governo che afferma che la sua ragione d’essere è il popolo, ci saremmo aspettati una maggiore attenzione nei confronti delle persone più fragili della nostra società. E in particolare che avesse presente che la condizione di non autosufficienza è una pesante causa di impoverimento per le persone fragili e per l’intero nucleo familiare.

Il mio articolo per Huffington Post




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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