Vanna Iori

Il dramma della sanità pubblica: la stiamo perdendo

Il dramma della sanità pubblica: la stiamo perdendo
28/06/2023 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Sanità


Il definanziamento della sanità sta portando alla sua inesorabile privatizzazione. Oggi chi ha mezzi può curarsi, i fragili a basso reddito, no. Il privato vale già oltre la metà del pubblico e con la programmazione economica prevista per i prossimi anni, la spesa rispetto al PIL continuerà a diminuire, attestandosi ai tempi pre Covid. Il ministro Speranza con fatica aveva riportato la spesa sanitaria sul Pil sopra al 7 per centro. La legge di bilancio dell’ultimo governo l’ha fatta scendere al 6,7 e in prospettiva al 6,2 nel 2024.
Sta aumentando la spesa per cure, farmaci e accertamenti sostenuta direttamente dai cittadini, e sta crescendo anche il privato convenzionato finanziato con soldi pubblici. Ma c’è un paradosso certificato da uno studio condotto da Monica Montella e Franco Mostacci, ricercatori Istat e pubblicato su “Voce.it”: la maggiore spesa privata non ha comportato alcun miglioramento dell’offerta sanitaria, misurata sul livello di adempimento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Questo il dramma complessivo che sta vivendo la sanità italiana con bilanci in rosso in almeno 15 regioni, Lea e cioè le cure che il SSN deve garantire ai cittadini insufficienti, medici che fuggono nel privato, infinite liste d’attesa e ritardi su ricoveri, screening e visite. Ferite acuite con la pandemia e che dimostrano che non è soltanto un problema di fondi ma anche di competenze e di gestione delle risorse. È indispensabile discutere di quale modello di sanità vogliamo e delle riforme da intraprendere. E questo dovrebbe suggerire maggiore prudenza a chi vuole andare avanti sulla strada scellerata dell’autonomia differenziata che rischia di rendere ancora più complesso questo quadro di grande sofferenza.
La salute pubblica e universalistica è un diritto, il più importante, e va salvaguardato. Con investimenti sotto il 7% si mette a rischio e si crea un paese più povero, ingiusto e diseguale: non è accettabile che in Italia ci siano 4 milioni di persone che non possono curarsi per mancanza di soldi. Papa Francesco durante la preghiera solitaria all’inizio della pandemia disse che peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla. Ecco, stiamo sprecando gli insegnamenti arrivati con il covid. C’è ancora la possibilità di salvare il SSN: 5 mld di fondi strutturali per il fondo sanitario nazionale, per finanziare il sistema e riformarlo, per valorizzare il personale sanitario, per riformare la medicina territoriale  e dare piena attuazione al PNRR, per garantire l’accesso alle terapie e alla prevenzione. Serve volontà politica e unità di intenti, ricordandosi che investire in sanità significa mettere in sicurezza la tenuta economica e sociale del Paese.

La sanità pubblica è il cardine del welfare, un diritto fondamentale sia per l’individuo sia per la collettività come sancito dalla Costituzione. È la vera priorità di questo tempo.28




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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