Vanna Iori

Intelligenza artificiale: guidare i cambiamenti per non esserne travolti

Intelligenza artificiale: guidare i cambiamenti per non esserne travolti
16/05/2023 | Categorie: Huffington Post, Media Press


Lo sviluppo e la diffusione dell’Intelligenza artificiale stanno conducendo a trasformazioni impressionanti che generano sentimenti opposti perché di fronte agli impatti positivi ve ne sono altrettanti che mettono a rischio la qualità stessa della vita delle persone. Non è un caso che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani abbia messo in guardia dai pericoli che i recenti progressi dell’intelligenza artificiale rappresentano proprio per i diritti umani, chiedendo che vengano messe in atto efficaci misure di salvaguardia.

Dobbiamo guardare con grande attenzione ai potenziali danni derivanti dallo sviluppo delle tecnologie senza rinunciare ai benefici dei progressi dell’innovazione che recano. Ma è chiaro che siamo chiamati a interrogarci sulla convivenza tra essere umano e sviluppo tecnologico: oggi sta cambiando la connessione tra le persone e questo porta a ripensamenti nel modo di lavorare, nelle relazioni umane e nella percezione stessa della realtà con tutte le conseguenze che ciò potrebbe determinare nella vita delle istituzioni stesse.
Nel primo caso l’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla scomparsa di molti posti di lavoro. Anche se ne verranno creati altri, forse anche migliori, è cruciale che ci sia l’adeguata formazione affinché i disoccupati possano accedervi e affinché ci sia una forza lavoro qualificata a lungo termine. Non si tratta di una sfida facile.
Nel secondo caso si pongono temi bioetici e biogiuridici anche in relazione al potenziamento cognitivo con nuove prospettive sul confine tra umano e artificiale ma anche rispetto alla protezione dei dati e il diritto alla vita privata. Può essere usata, per esempio, in dispositivi per il riconoscimento facciale o per la profilazione online. Inoltre è capace di mettere insieme informazioni dettagliate che acquisisce su una persona senza che questa ne sia a conoscenza.
Nel terzo scenario futuribile ad interrogarci, sotto una duplice prospettiva, sul confine tra umano e artificiale,  l’intelligenza artificiale potrebbe mettere a rischio diritti fondamentali e democrazia: i risultati prodotti dipendono da come viene progettata e questo è un processo che può essere influenzato, perpetuando delle distorsioni strutturali.
Una minaccia per la democrazia rappresentata dall’intelligenza artificiale passa attraverso l’informazione: può anche essere usata per creare immagini, video e audio falsi ma estremamente realistici, noti come deepfake, che possono essere usati per truffare e mettere in dubbio la fiducia nei processi decisionali. Tutto questo rischia di condurre poi alla polarizzazione del dibattito pubblico e alla manipolazione delle elezioni.
Ma alla base degli algoritmi ci sono e ci devono essere sempre le competenze umane: gli uomini guideranno questi nuovi processi. Per questo credo che l’intelligenza artificiale, se tenuta dentro un quadro di regole e condotta dall’ispirazione dell’umano, non diventerà “alternativa” al nostro ingegno ma un elemento complementare. I leader sono chiamati a guidare questo straordinario cambiamento per cui servono abilità e capacità gestionale nonché visione e responsabilità. Le strategie di implementazione devono essere parte della trasformazione sostenibile di tutte le organizzazioni: una strategia che parte dall’investimento in capitale umano, sulle competenze, la formazione per affrontare due aspetti correlati ma distinti: la creazione dell’intelligenza artificiale e il suo utilizzo.
Dobbiamo abbracciare il cambiamento senza esserne travolti. Un compito arduo, la sfida dei prossimi anni.



Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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