Vanna Iori

Legge delega sulla disabilità, una nuova visione

Legge delega sulla disabilità, una nuova visione
22/12/2021 | Categorie: Diritti, Disabilità, Huffington Post, Media Press


Il Senato ha approvato in questi giorni un provvedimento importante: il disegno di legge recante la delega al governo in materia di disabilità.

Questa riforma prevede finalità molto chiare, già nel primo articolo e indica la sua ragione fondante nel progetto di vita personalizzato e partecipato, diretto a consentire alle persone con disabilità non solo una maggiore autonomia ma anche di essere protagoniste della propria vita e di realizzare un’effettiva e piena inclusione nella società.

Il Senato ha approvato in questi giorni un provvedimento importante: il disegno di legge recante la delega al governo in materia di disabilità.

Questa riforma prevede finalità molto chiare, già nel primo articolo e indica la sua ragione fondante nel progetto di vita personalizzato e partecipato, diretto a consentire alle persone con disabilità non solo una maggiore autonomia ma anche di essere protagoniste della propria vita e di realizzare un’effettiva e piena inclusione nella società.

La legge consente di concepire la speranza per costruire percorsi che possano contrastare la solitudine e l’emarginazione delle persone con diverse fragilità, anche quando viene loro a mancare il sostegno familiare, investendo sul diritto a vedersi riconosciuta la specificità individuale e la dignità di una vita accompagnata e aiutata, rispettata nelle differenze.

Si tratta di un investimento educativo e culturale che comporta sia un riconoscimento dei limiti e dei vincoli, ma anche la dimensione della possibilità, del poter essere e del progetto di sé concepito da una persona concreta, singola, irripetibile, e in diritto di perseguire un suo progetto di vita personalizzato, da realizzare coinvolgendo famiglie, istituzioni, comunità territoriale, contro le diverse forme di omologazione o, peggio, di segregazione.

Nel documento della Commissione europea relativo alla valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza del nostro Paese è indicato che la suddetta legge-quadro per la disabilità debba entrare in vigore entro il 31 dicembre 2021, pena la perdita dei relativi fondi europei.

Per concludere questo percorso così importante per la vita di milioni di cittadini e delle loro famiglie rimaniamo allora nel pieno rispetto del percorso indicato dall’Europa. Se l’obiettivo principale è quello di promuovere la deistituzionalizzazione e l’autonomia, questo significa rafforzare e innovare l’offerta di servizi sociali e sanitari; semplificare l’accesso, intervenire sulle procedure di accertamento; promuovere esperienze di vita indipendente; creare gruppi di lavoro in grado di sostenere le persone con esigenze multidimensionali attraverso risposte multiprofessionali.

Il principale obiettivo è quello di garantire dunque alle persone con disabilità il riconoscimento della propria condizione, mediante una valutazione, trasparente e agevole, tale da consentire il pieno esercizio dei propri diritti civili e sociali, delle pari opportunità, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di contrasto alle discriminazione.

È importantissimo che nella disciplina sull’accertamento della condizione di disabilità si assuma la definizione sancita dalla Convenzione ONU. Perché si dà finalmente attuazione alla visione culturale che la Convenzione promuove, partendo da una visione non più fondata su un modello medicalistico che pone al centro la patologia, ma riferita al risultato dell’interazione tra le diverse forme di fragilità e le caratteristiche individuali della persona e l’ambiente circostante.

In questo senso si afferma la titolarità degli stessi diritti umani riconosciuti a ogni persona, già dal suo venire al mondo, con i diritti universali, esigibili da tutti, ma che possono essere esercitati da tutti soltanto rimuovendo gli ostacoli ambientali, culturali, sociali, relazionali e comportamentali, che impediscono una piena ed effettiva partecipazione alla società.

Un decisivo superamento della dimensione esclusivamente tecnica medicale prevalsa per tanto tempo nell’accertamento e nella definizione delle condizioni di invalidità, con l’obiettivo rinnovato di accertare la capacità residue in una logica di valorizzazione di ciò che ogni persona con disabilità è in grado di fare. Una valutazione multidimensionale unitaria, nel rispetto delle fragilità e delle esistenze ferite.

Dobbiamo cambiare anche il nostro lessico: non più “i disabili”, come una categoria indifferenziata, perché sono persone e sono diverse.
Ritengo perciò molto importante anche aver previsto percorsi valutativi distinti tra persone adulte, persone anziane e minori e aver stabilito criteri idonei nella valutazione per le differenze di genere. E ringrazio i colleghi della Camera che hanno lavorato in questa direzione in sede referente.

Questa delega rappresenta dunque un passo fondamentale. E occorrono risorse importanti per i decreti attuativi. Nel PNRR ci sono 500 milioni per la deistituzionalizzazione, con il passaggio dal welfare di protezione al riconoscimento dei diritti. Non avremo più servizi standardizzati a cui le persone devono adattarsi, ma un livello essenziale delle prestazioni che vada verso il riconoscimento del bisogno specifico della persona. Si innovano i servizi mettendo al centro i bisogni delle persone e costruendo servizi capaci di rispondervi.

Le disabilità non devono essere più considerate solo in riferimento alle politiche assistenziali, ma ad un contesto ampio di tutela dei diritti che investe la politica e l’amministrazione in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali e locali. Si tratta, insomma, di riconoscere il diritto alla costruzione di progetti di vita, all’accessibilità universale come un bisogno primario e inalienabile di libertà, educazione alla autonomia, all’autodeterminazione, all’uguaglianza di tutti i cittadini, di diritto al lavoro e a una vita autonoma.

Tutti questi aspetti contribuiscono infatti a dare la misura della qualità democratica di un Paese.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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