Vanna Iori

Su HP: “Genitori, nessuna improvvisazione. I figli pagano le scelte sbagliate”

Su HP: “Genitori, nessuna improvvisazione. I figli pagano le scelte sbagliate”
01/06/2017 | Categorie: Famiglia, Genitorialità, Huffington Post, Media Press


Il mio nuovo articolo pubblicato oggi, giovedì 1 giugno 2017, sul mio blog sull’Huffington Post Italia.

 

Quando il piccolo Francesco Bonifazi stava per entrare in coma, i genitori hanno deciso di chiamare l’ambulanza. Scelta arrivata troppo tardi perché l’errore, gravissimo, originato da un’evidente disinformazione, era stato già compiuto: pensare di curare un’otite con l’omeopatia, senza ricorrere alla somministrazione di antibiotici.

Ma c’è un aspetto ancora più inquietante di questa storia triste: quando l’omeopata, che quei genitori avevano preso come punto di riferimento, ha chiamato il medico del pronto soccorso che stava soccorrendo Francesco, la prescrizione è stata quella di una “semplice terapia domiciliare”.

Il medico del 118 giustamente si è ribellato e ha portato il bambino in ospedale. Il telefono è poi passato nelle mani della madre, che si è rivolta al soccorritore dicendo: “Non gli dia la tachipirina”. Francesco muore all’ospedale di Ancona dopo tre giorni di coma. Sulle responsabilità legate al suo decesso si è già detto molto, ma sono a mio avviso le parole pronunciate dalla madre che impongono di riprendere il tema della genitorialità, che in questa vicenda ha assunto tinte fosche e drammatiche.

Fosche perché la scelta di non curare il proprio figlio con la medicina tradizionale – salvifica tanto quanto lo sono i vaccini, anch’essi al centro di un’inqualificabile campagna di denigrazione – è avvolta nella disinformazione, nell’incapacità di distinguere le bufale senza fondamento scientifico dal valore salvifico della cura attraverso i medicinali.

Drammatiche perché nelle fasi concitate che hanno portato Francesco al coma e poi alla morte è emerso, prepotentemente, l’annullamento della dimensione genitoriale. Un elemento, su tutti, mette in evidenza questo annullamento. Ed è da ricondurre alle parole con cui la madre di Francesco si rivolge al medico del 118, continuando a dimostrarsi “vittima” delle prescrizioni dell’omeopata. Nonostante il figlio fosse finito in coma. Nonostante la cura omeopatica si fosse rivelata fallimentare.

Quella madre si è ostinata a crederci, senza accorgersi che suo figlio stava morendo proprio per la mancanza di cure che potevano essere somministrate già nei giorni antecedenti alla chiamata, disperata, al 118. Sprovvedutezza, disinformazione, improvvisazione.

Questa storia impone il dovere civico collettivo dell’educazione alla genitorialità perché genitori non si nasce, ma si diventa. E quanto sia cruciale questo concetto è evidente dalla storia di Francesco, che ha pagato con la vita le scelte, sbagliate, dei propri genitori.

È essenziale intervenire precocemente e per farlo occorre promuovere azioni a sostegno della genitorialità fragile: l’affiancamento familiare, attraverso i servizi sociali o le associazioni di volontariato, o l’aiuto che una famiglia può dare a un’altra famiglia, rappresentano strumenti che occorre incentivare per impedire che le vulnerabilità genitoriali si trasformino in criticità insanabili, che portino a situazioni di sofferenza e di pericolo per i bambini.

Le reti informali esterne rappresentano il terreno più fecondo di risorse per la famiglia; sono il tessuto che sorregge quella genitorialità diffusa, fonte di appartenenza, di relazioni e di identità. Le reti informali non offrono solo protezione, ma anche riconoscimento, fiducia e creano modalità interattive importanti.

Le convinzioni (disinformate) dei genitori di Francesco hanno portato a un epilogo tragico. Chiediamoci perché quella famiglia è stata lasciata sola, e quelle convinzioni sono maturate in un contesto di isolamento. Sono interrogativi tutt’altro che retorici e inutili.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *