Vanna Iori

Carceri, per abbassare il tasso di recidiva (oggi in Italia al 56%) servono rieducazione e reinserimento

Carceri, per abbassare il tasso di recidiva (oggi in Italia al 56%) servono rieducazione e reinserimento
19/04/2016 | Categorie: Carcere, I miei comunicati stampa


Il sistema delle carceri italiane è caratterizzato da uno dei tassi di recidiva tra i più alti d’Europa, pari a circa il 56%: è una situazione sulla quale è necessario intervenire, come si propone di fare il Governo, mirando a rafforzare una concezione rieducativa della pena e del carcere come un ambiente di riabilitazione per i detenuti.

Il lavoro, le relazioni con il mondo del volontariato, la possibilità di coltivare i legami familiari, così come tutte le attività che prevedono anche una sinergia con il mondo esterno, rappresentano degli strumenti concreti e bisogna valorizzarli.

I dati sul sovraffollamento nelle carceri a marzo, in calo rispetto al passato, sono la cartina di tornasole di un ridimensionamento dell’emergenza che occorre affrontare con ancora più determinazione proprio puntando sulla valorizzazione dell’offerta educativa di chi si trova in carcere.

Alcune buone pratiche, come l’istruzione presso gli istituti penitenziari o gli spazi-incontro per i figli introdotti in alcuni istituti di pena, dimostrano che questa strada è percorribile: auspico che il Governo vada avanti su questo percorso.

Il carcere non può essere un luogo di sola detenzione: deve fornire a tutti la possibilità di acquisire nuove competenze, educative e formative, per un reinserimento nella società al termine della pena.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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