Vanna Iori

Sulle violenze di Colonia non dobbiamo tacere

Sulle violenze di Colonia non dobbiamo tacere
09/01/2016 | Categorie: Donne, Huffington Post, Media Press


Il mio nuovo articolo uscito oggi sull’Huffington Post.

Sui fatti di Colonia usciamo dal silenzio. Siamo ammutolite? Sì. Per incredulità, dolore, rabbia, impotenza. Ammutolite perché ancora una volta nella città tedesca e in altre località europee si è consumata una violenza contro il corpo delle donne. Una ripugnante violenza di branco, fatta di palpeggiamenti, rapine e stupri.

Ammutolite proprio noi, donne di sinistra, che non vogliono consegnare nelle mani del populismo xenofobo il pretesto della difesa delle donne come strumento di razzismo. Perché la cultura dell’accoglienza è il filo conduttore della nostra storia biologica e culturale, legata alla maternità che fa spazio e accoglie un altro corpo, ma anche della nostra storia politica basata sui valori della solidarietà. E non vogliamo rinunciarvi.

E che tuttavia siamo rimaste senza parole perché questo “di più” di violenza inatteso nei modi, nei luoghi e nei tempi ha avuto un effetto spiazzante, come quel momento di silenzio che ti lascia stordita, dopo una botta. Spiazzamento attonito come dopo Charlie Hebdo o il Bataclan.

Perché questa violenza ha colpito ancora luoghi di convivenza, di quotidianità, di libertà e richiede una risposta straordinaria che impegna in modo unitario la comunità internazionale e l’Europa in una comune responsabilità. Rompere il silenzio e l’omertà è più che mai un imperativo politico.

Le parole dobbiamo e vogliamo riprenderle. E subito. Rompere il silenzio per gridare che non rinunceremo a difendere il corpo femminile dalle violenze, nel privato domestico occidentale così come in ogni parte del mondo. A cominciare dalle bambine. Siano le mutilazioni genitali o i matrimoni precoci, siano i maltrattamenti in famiglia, siano stupri: si tratta sempre di costi umani e sociali inaccettabili a livello mondiale. Siamo ancora all’idea di un corpo-cosa, che può essere posseduto, violato, venduto, umiliato, abusato, in una deriva dell’umano che acuisce sgomento e orrore.

Senza ignorare la complessità della questione e le sfaccettature molteplici, senza nasconderci la difficoltà di trovare soluzioni efficaci e lungimiranti, ciò che conta è non giustificare la violenza contro le donne che non è mai un fatto privato, nemmeno quando avviene in casa, e non riguarda solo le donne, ma tutta la società. Per questo non dobbiamo tacere ma continuare le nostre battaglie sui diritti, ancora troppo poco tutelati, alla difesa del corpo femminile.

E non ci basterà uscire dal silenzio e dalla rassegnazione, ma vogliamo anche accompagnare alle parole fatti che promuovano strumenti, risorse, strategie, prevenzione. Vogliamo contribuire a orientare scelte politiche, idee e azioni di contrasto alle violente tramite un reale cambiamento culturale, civile, sociale a cui tutti e tutte siamo chiamati a partecipare

 




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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