Vanna Iori

Nel “Dopo di noi” una chance per l’autodeterminazione delle persone fragili

Nel “Dopo di noi” una chance per l’autodeterminazione delle persone fragili
05/11/2015 | Categorie: Huffington Post, Media Press


Il mio nuovo articolo uscito oggi sull’Huffington Post.

 

 

Un futuro di civiltà e di autodeterminazione, che ha il sapore della libertà. La libertà, che è allo stesso tempo possibilità, di vivere in condizioni dignitose, dando valore a quella vita che per troppo tempo è stata considerata dalla società come una vita a perdere. La rivoluzione che reca con sé la legge del “Dopo di noi” parte da qui. Dalla necessità di dare risposte, concrete, alle persone affette da disabilità gravi una volta che si ritroveranno sole, senza l’aiuto delle loro famiglie, che nella stragrande maggioranza dei casi costituiscono l’unico supporto, oltre che economico, anche affettivo.

Per la prima volta si ha il coraggio e la determinazione di guardare al di là e oltre i confini dell’istituzionalizzazione per quel “dopo” che preoccupa e angoscia in Italia centinaia di genitori e familiari: in questo senso va la scelta di individuare percorsi e piani individualizzati per evitare che tutti, in modo indistinto, finiscano all’interno di strutture, purtroppo spesso non adeguate, che hanno il sapore dell’onnicomprensività, dell’omologazione, annullando le singole specificità e unicità delle persone. Dove è difficile, per non dire impossibile, affermare il proprio sé in modo positivo.

La varietà di opzioni che si delineano con questa legge per il “dopo” tiene conto dell’individualità delle persone disabili: dai luoghi di residenza familiari alla stessa casa in cui si è vissuto per larga parte della propria vita, le possibilità che sono previste da questo provvedimento mirano a tutelare gli affetti e la stessa dignità della persona. Persone che troppo spesso vengono considerate come degli scarti, un non valore, addirittura dannose. Ora la prospettiva cambia: c’è rispetto per la libertà di compiere delle scelte tra le varie opportunità che ci sono in campo.

C’è una novità su tutte, prevista da questa legge, che ricopre un valore importante: il cosiddetto trust. La possibilità, cioè, per i genitori di trasferire i beni, mobili e immobili, ai propri figli, potendo usufruire di sgravi fiscali. È una figura giuridica nuova per l’Italia, finalizzata non solo a intervenire con efficacia sull’aspetto economico di questo fenomeno, ma anche a consentire alle persone in condizione di particolare fragilità la possibilità di godere di beni che gli sono cari, a iniziare dalla propria abitazione, oppure di essere ospitati in case-famiglia o comunque in gruppi appartamento, cioè strutture di piccole dimensioni che consentano una cura individualizzata delle persone. Il termine trust significa “fiducia” e non vi è forse parola migliore per esprimere il senso di questa misura.

In questa legge, quindi, si va oltre il concetto del curare in medico “to cure” per aprirsi al “to care”, cioè il prendersi cura, l’aver cura della persona. Tenere insieme le due dimensioni del curare e dell’aver cura è un passo in avanti significativo perché ingloba in sé la responsabilità, in capo a tutti noi, di dare risposte a chi spesso non si trova in condizioni di muoversi o di decidere in modo autonomo. In capo alla politica, a iniziare dal Parlamento, vi è ora la necessità di arrivare quanto prima all’approvazione di questa legge. Le risorse previste nella legge di stabilità assicurano una copertura economica specificamente intestata a questa iniziativa legislativa, che potrà godere del lavoro responsabile delle Camere per essere ancora di più migliorata. Nel “Dopo di noi” we trust, ci crediamo.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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