Vanna Iori

Innovare la formazione per garantire il diritto al futuro

Innovare la formazione per garantire il diritto al futuro
14/01/2020 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Scuola


La prospettiva chiave per affrontare i futuri cambiamenti è l’innovazione delle competenze. Il mondo della quarta rivoluzione industriale cambierà profondamente il nostro modo di vivere; i ragazzi di oggi vivranno la loro età adulta in un mondo che neppure possiamo immaginare.

Si tratta della rivoluzione più complessa che la storia abbia mai affrontato: nei prossimi due decenni il 47% dei lavori è destinato ad automatizzarsi e il 49% delle ore lavorate potrebbero essere computerizzate. Si perderanno milioni di posti di lavoro ma tanti altri verranno creati.

Già nel 2015 uno studio del World Economic Forum ci segnalava che il 65% dei bambini che inizia la scuola primaria farà da adulto un lavoro che oggi non esiste. In questo quadro si stanno vanno delineando due visioni diametralmente opposte: una pessimista che preconizza una società automatizzata che produrrà l’esclusione di milioni di cittadini dal mondo del lavoro e un’altra che ritiene che le tecnologie digitali sostituiranno molte delle attuali forme di lavoro e impresa ma ne costituiranno altre migliori.

La sfida che ci aspetta è non arrenderci a questa visione pessimista della rivoluzione in corso ma promuovere con urgenza uno sviluppo delle potenzialità umane per trarre benefici dai cambiamenti in corso in termini di sviluppo e benessere collettivo. Gli effetti della rivoluzione che stiamo attraversando possono essere determinati prima di tutto attraverso cospicui investimenti in formazione e ricerca, dando a milioni di ragazzi e lavoratori la possibilità di formarsi nel modo adeguato.

Tutte le analisi recenti certificano come nel nostro Paese non manchi il lavoro, ma le competenze per svolgerlo. Nell’ultimo anno il 33% delle professionalità ricercate dalle aziende è risultato irreperibile per la carenza di persone con le competenze per occupare i posti di lavoro disponibili.

Quando parliamo di digital transformation, industria 4.0, economia della conoscenza facciamo riferimento a una realtà socio-economica sempre più articolata e complessa che richiede di investire proprio sulle nuove competenze e sulla capacità degli studenti di acquisire capacità idonee al mercato del lavoro che l’economia dell’innovazione produce.

Sempre il World Economic Forum ha pubblicato il report “New Vision for Education Unlocking the Potential of Technology” con cui ha stilato la lista delle 16 “skills” del ventunesimo secolo, cioè le capacità che il sistema educativo deve garantire già oggi.

Investire in formazione, anche continua, unendola a una politica che abbia un vasto orizzonte temporale e non quello del giorno dopo. Una politica che pensi ai giovani e allo sviluppo del capitale umano. L’investimento in questa direzione è lo strumento più potente che abbiamo a disposizione per rafforzare la competitività del Paese, per crescere con una maggiore velocità ed efficacia e per dare agli studenti opportunità concrete di accedere a un mondo del lavoro che sta profondamente cambiando il suo paradigma.

In questo senso, tutto il nostro sistema di istruzione dovrebbe essere messo nelle condizioni di costruire nuove conoscenze innovative, ma anche trasversali, ibride, superando le tradizionali “materie” nei vari livelli di istruzione e ricerca.

Le competenze necessarie per il futuro vanno oltre il semplice studio delle materie tradizionali. E’ necessario che le scuole rendano strutturali le competenze tecnologiche, promuovendo anche curricula flessibili per l’apprendimento trasversale, seri programmi di alternanza scuola-lavoro,  modelli di orientamento realmente efficaci.

Dobbiamo trovare il modo di incentivare i ragazzi a scegliere conoscenze multiple per andare incontro al fabbisogno del sistema di produzione industriale e rafforzare il sistema di formazione tecnica e professionale. Dobbiamo favorire la sinergia tra università, centri di ricerca, enti di formazione e società  con l’obiettivo di produrre, trasferire e diffondere innovazione, perché nei prossimi anni nessuno sia escluso, per non lasciare un’intera generazione nella condizione di non poter competere ad alti livelli o di essere estromessa.

Alla rivoluzione in atto nel mondo del lavoro deve corrispondere una rivoluzione nel mondo dei saperi. Il tema del rafforzamento dell’innovazione didattica deve diventare centrale nell’agenda di qualsiasi governo che abbia l’obiettivo di una crescita a lungo periodo del Paese. Nella quarta rivoluzione industriale, formazione e competenze sono gli strumenti per garantire alle nuove generazioni il diritto al futuro.

 

Il mio articolo per Huffington Post




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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