Vanna Iori

Bolsonaro, i sovranisti e l’odio per la cultura e la libera informazione

Bolsonaro, i sovranisti e l’odio per la cultura e la libera informazione
15/05/2019 | Categorie: Cultura, Huffington Post, Media Press, Mondo


Il presidente sovranista del Brasile Jair Bolsonaro ha annunciato la linea dura contro il settore accademico pubblico, accusato di “propagandare ideologie di sinistra”. La volontà del governo reazionario di tagliare gli stanziamenti alle università pubbliche è stata più volte ribadita: l’istruzione privata beneficerà di maggiori fondi mentre quelli destinati alla statale diminuiranno significativamente.

L’esecutivo, inoltre, vuole trasferire ulteriori fondi dalle facoltà di filosofia e sociologia a quelle di veterinaria, ingegneria e medicina, per favorire “un ritorno immediato per il contribuente”. In uno dei Paesi più corrotti al mondo, l’idea per salvaguardare il denaro dei cittadini è quella di tagliare sulla cultura -che non genera profitto- invece di aggredire le sacche di malaffare.

Bolsonaro ha in mente una società di uomini e donne che non debbano pensare. Anzi, il pensiero umanistico è vietato. La cultura è vietata. Perché l’uno e l’altra rendono i cittadini liberi, mentre ciò che auspicano in fondo i sovranisti è una società di cittadini asserviti al pensiero dominante e facilmente influenzabili dalla classe dirigente al potere.

Il disprezzo della conoscenza e la battaglia contro il sapere rappresentano lo strumento per attaccare le coscienza e tutte le forme di etica e rispetto degli altri. Altrimenti come potrebbero portare avanti i loro programmi contro i diritti? Come potrebbero seminare odio e paura?

Questa medesima cultura emerge anche da una notizia apparentemente diversa.

Nei giorni scorsi, Facebook ha chiuso solo in Italia 23 pagine che diffondevano notizie false e contenuti d’odio in violazione delle regole della piattaforma. Le pagine erano state segnalate a Facebook dalla ong Avaaz, che si occupa di campagne ambientaliste e a favore dei diritti umani. Carole Cadwalladr, giornalista dell’Observer e autrice dell’inchiesta che ha scoperchiato lo scandalo Cambridge Analytica, ha segnalato con parole efficaci come la disinformazione a sfondo politico (le “fake news”) su Facebook che sfugge a qualsiasi controllo, stia mettendo in serio pericolo la nostra democrazia, anche per l’elevato numero di cittadini che non sa distinguere una notizia vera da una falsa.

Per i sovranisti i social network sono -dunque- uno degli strumenti principali di un consenso che si nutre della disinformazione creata ad arte per alimentare odio, rancore e paura. Voti straordinariamente importanti come quello per la Brexit o le ultime elezioni presidenziali americane sono stai inficiati dalla propaganda mendace diffusa sui social network. Parliamo di voti che hanno cambiato il corso della storia.

Oggi deve essere battaglia prioritaria per le democrazie europee e di tutto il mondo investire su istruzione e cultura e difendere l’informazione. Questi sono gli antidoti per salvare le nostre società. Solo attraverso questi strumenti i cittadini sono consapevoli e perciò liberi di esercitare i propri diritti oltre che i propri doveri e di scegliere il meglio per loro.

I sovranisti hanno deciso di percorrere un’altra strada: da un lato sottraggono risorse ai settori della vita pubblica che consentono alla democrazia di essere come scuola, università, ricerca e cultura; dall’altra, con le coscienze assopite, impediscono una lotta seria all’informazione scorretta e distorta dalle fake news.

Come ha detto Carol Cadwalladr “la democrazia non è garantita, e non è inevitabile, e noi dobbiamo lottare e dobbiamo vincere, riprendendo il controllo”.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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