Vanna Iori

Non c’è più tempo da perdere

Non c’è più tempo da perdere
01/09/2018 | Categorie: Diritti, Media Press, Politica


Questo non è un governo post ideologico. Dobbiamo dirlo chiaramente e senza alcun timore di essere smentiti. Questo è un governo identitario di destra che usa una potente macchina della propaganda per alimentare il suo consenso generando odio e rancore in un Paese drammaticamente diviso. Un governo composto da due forze che, nell’urgenza di rilanciare la propria supremazia nella coalizione, spingono oltre ogni livello di guardia qualsiasi proposta che serva a tenerli più forti su questo simbolico ring.

Il tema del sovranismo è motore propulsore e l’Europa è comodo avversario mentre gli italiani continuano a non avere risposte concrete se non quelle che parlano alla pancia di un popolo impaurito e smarrito. Il recente incontro tra Matteo Salvini e il peggior nemico degli italiani, il premier ungherese Viktor Orban, si inserisce proprio in questa strategia e segna un ulteriore passaggio che, da una parte, certifica la nascita di una pericolosa alleanza sovranista in vista delle Europee e, dall’altra, segna l’isolamento dell’Italia rispetto a un tema, quello dei migranti, che un Paese con 7000 km di coste non può certo pensare di risolvere alla maniera ungherese a meno che non si pensi davvero di lasciare affogare esseri umani in mare.

E infatti, nonostante il caso creato ad arte sulla nave della guardia costiera Diciotti, per tutta l’estate è continuato lo sbarco di migranti senza che nessuno al governo ne parlasse per non incrinare l’immagine securitaria da tolleranza zero con cui hanno vinto le elezioni. Eppure, in un Paese di primo approdo sarebbe necessario trovare alleati e discutere seriamente di ricollocamenti ma l’esecutivo affossa la revisione del Trattato di Dublino e cerca soci dove non può trovarne. L’obiettivo è sempre lo stesso e cioè esasperare i toni e rendere lo scontro nel Paese sempre più radicale. Come definire altrimenti la continua ricerca di nemici: dal Presidente della Repubblica alla magistratura, dalle istituzioni europee a cento disperanti cittadini eritrei. Altro che governo del buonsenso.

La prossima sfida non riguarderà i migranti ma il futuro degli italiani poiché con la manovra di bilancio si tenterà di dare corso e probabilmente chiudere un’operazione eversiva che, usando la parola d’ordine di sicura efficacia “prima gli italiani”, ci potrebbe  anche spingere verso un’impensabile italexit e una crisi economica dagli esiti niente affatto rassicuranti. Le minacce di sforare il rapporto deficit-pil, infatti, non rappresentano il pugno duro contro la UE, che al massimo ci comminerà una sanzione, ma la sfida a chi compra il nostro debito pubblico, investe e garantisce la tenuta economica dei conti del Paese. Per intenderci, una sfida a chi ci presta i soldi che servono anche a pagare anche gli stipendi e le pensioni. Non vi è alcun dubbio che l’Europa vada cambiata, non vi è alcun dubbio che serva più welfare e maggiore protezione, come non vi è dubbio che le paure dei cittadini di fronte agli stravolgimenti sociali ed economici cui stiamo assistendo siano legittime e vadano ascoltate. Ma davvero c’è qualcuno che crede sia possibile affrontare questa partita epocale da soli e fuori dall’Europa? C’è qualcuno che pensa che disintegrandola i cittadini staranno meglio? Che sarà la Russia autoritaria di Putin a garantirci un futuro di prosperità?

La crisi economica che rischiamo di affrontare a causa delle scelte irresponsabili e scellerate di un governo che cerca l’incidente, potrebbe essere il passo verso una definitiva svolta autoritaria che avrebbe conseguenze drammatiche per il Paese. Di fronte a questo rischio è indispensabile che le forze riformiste e progressiste, a partire dal Pd, compiano un gesto di generosità e di responsabilità, avviando immediatamente una nuova fase che consenta di costruire un campo di opposizione ampio che diventi un punto di riferimento per milioni di cittadini che vogliono costruire un futuro per l’Italia.

Bisogna fare in fretta. Non c’è più tempo da perdere.

 




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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