Vanna Iori

Su Dire: “Curare con l’incuria: dietro quella benzina contro i pidocchi c’è una genitorialità fragile”

Su Dire: “Curare con l’incuria: dietro quella benzina contro i pidocchi c’è una genitorialità fragile”
26/07/2017 | Categorie: Dire, Genitorialità, Media Press


Il mio articolo di oggi, mercoledì 26 luglio 2017, pubblicato sulle pagine dell’agenzia di stampa Dire.

 

Sono arrivate insieme all’ospedale, in ambulanza, con i segni evidenti di un tentativo di cura alquanto azzardato e finito in tragedia, con ustioni sul corpo della madre e soprattutto su quello della figlia, che a 12 anni si trova ora in condizioni gravissime.

Benzina contro i pidocchi: roba da Medioevo, verrebbe da pensare, e invece è accaduto davvero. In Italia, in una città, Firenze, in una comunissima casa. Al di là della cronaca e dell’ovvia discutibilità della cura azzardata dalla madre, è evidente che dietro questa storia si cela una genitorialità fragile.

Esprimere giudizi sarebbe alquanto inopportuno: non conosciamo il background culturale di quella donna. Ma allo stesso tempo se quella madre ha ritenuto normale utilizzare del liquido infiammabile sul capo della propria figlia è palese l’esistenza di una genitorialità debole, confusa, incapace di proteggere la propria prole.

La genitorialità fragile sta diffondendosi purtroppo sempre più nel nostro paese, e non solo. I genitori, oggi, sembrano aver smarrito la bussola del loro ruolo. Non solo incapaci di gestire sentimenti ed emozioni, nelle situazioni critiche in cui sono coinvolti i propri figli, ma talvolta privi anche delle minime competenze igienico-sanitarie con cui prendersi cura dei figli.

Quella donna ha scelto di curare la propria figlia con incuria. Potrà sembrare un ossimoro, ma non lo è. Perché quando si pensa di tutelare il bene dei propri figli con metodi inadatti non sempre lo si fa con consapevolezza.

La stessa considerazione vale per quei genitori che decidono di non vaccinare i propri figli: li espongono a malattie e patologie gravissime, anche alla morte, e la loro incuria, per loro ritenuta cura, diventa fatale.

La valutazione del confine tra curia e incuria è sempre più labile e questa incertezza ha un peso maggiore su chi, come quella ragazza di 12 anni, non è autosufficiente nell’affrontare pericoli e situazioni difficili.

È proprio su questi aspetti che emerge, con forza, la necessità del sostegno genitoriale, che è sì dialogo, ascolto, ma è anche capacità di decidere, non affidandosi all’informazione della Rete o delle amiche o, come in questo caso, a metodi assurdi. La necessità di formare i genitori deve diventare priorità assoluta per potenziare la dimensione del prendersi cura.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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