Vanna Iori

Su HP: “Siria, l’infanzia cancellata dal Sarin interpella la coscienza del mondo”

Su HP: “Siria, l’infanzia cancellata dal Sarin interpella la coscienza del mondo”
06/04/2017 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Mondo


Il mio nuovo articolo pubblicato oggi, giovedì 6 aprile 2017, sul mio blog sull’Huffington Post Italia.

 

Il Sarin è un gas nervino classificato come arma chimica di distruzione di massa. È incolore e inodore, ma è spietato come un killer. Il Sarin è quel mostro invisibile che è piovuto dal cielo durante l’attacco aereo nel villaggio di Khan Sheikhun, in Siria.

Il Sarin colpisce il sistema nervoso e da lì entra in azione: provoca difficoltà respiratorie e contrazione delle pupille, poi porta a una perdita progressiva del controllo delle funzioni corporee, infine lo stato comatoso che conduce al soffocamento a seguito di spasmi convulsivi.
Basterebbe questa descrizione, accompagnata alle immagini atroci circolate sulla rete e sui media tradizionali, per capire come la mattanza siriana abbia registrato un upgrade senza precedenti. Ma non basta. Sì, perché il momento della commozione e della condanna non può bastare e non può pulire le coscienze di noi tutti di fronte all’ennesimo fallimento.
Quelle immagini ci raccontano una violenza inaudita: corpi ridotti come zombie, vite spezzate prima ancora che potessero prendere coscienza di essere vita. L’infanzia, che è gioco, istruzione, accudimento, si è trasformata in una tomba. Un gigantesco campo a cielo aperto avvolto nel dolore e nella disperazione di chi è sopravvissuto a quell’attacco.
La Siria ha gridato al mondo la sua sofferenza, ma chi raccoglie quel grido? La comunità internazionale ha provato a dire “ora basta”, ma l’ultima chiamata si è infranta in divisioni e particolarismi che rischiano non solo di risultare insufficienti per individuare una via d’uscita repentina alla crisi siriana, ma addirittura di assumere il sapore di una beffa.

Al Palazzo di Vetro di New York è andata in scena l’impotenza dell’Onu e della comunità internazionale. Nemmeno quelle terribili immagini sono riuscite a mettere d’accordo la Russia con le altre potenze occidentali. Al contrario è salita la tensione tra Mosca e Washington a livelli mai visti da quando Donald Trump è alla Casa Bianca, con la Russia che parla addirittura di fake news e gli Usa che dall’altra parte, invece, sono pronti a fare da soli per punire Assad.

Decisamente meglio è andata alla conferenza organizzata dall’Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini assieme a Germania, Regno Unito, Norvegia, Kuwait e Qatar: arrivano promesse di impegni per 6 miliardi di dollari (5,55 miliardi di euro) per le esigenze del 2017.

Una “cifra senza precedenti“, l’ha definita al momento dell’annuncio il commissario per gli aiuti umanitari Chrystos Stylianides. Basteranno? Di sicuro è un primo segnale, ma bisogna intervenire alla radice dei problemi, seppur complessi, che agitano la Siria e che si ripercuotono, in modo ingiusto, sui civili innocenti.

La comunità internazionale è chiamata a non rimandare, a trovare soluzioni che siano in grado di assicurare pace e stabilità sul lungo periodo. Perché agire sull’onda dell’emotività può sì aiutare a essere più incisivi, ma allo stesso tempo può dare vita a misure temporanee, che non sono cioè in grado di scongiurare il ripetersi di nuove e cruente strage di innocenti.

E nella differenza tra emotività e sentimento risiede anche il modo con cui dobbiamo guardare ai bambini martoriati in Siria. Il sentimento conosce sfumature profonde, che sono quelle della solidarietà autentica e dell’affetto concreto.

Si dirà che i sentimenti non bastano. Si può ribattere, tuttavia, che quando i sentimenti sono autentici, e non si declinano come sentimentalismo, che è concetto ben diverso, allora si è portati ad agire e a farlo al massimo delle proprie possibilità. Di tempo non ne abbiamo più.

Di fronte a quelle immagini è evidente che il limite, semmai si possano fissare delle misurazioni ai crimini commessi sui bambini, è stato oltrepassato. L’umanità, la nostra, si è spenta in Siria. Per rianimarla abbiamo di fronte un impegno preciso: fare presto. E impedire che gli egoismi degli adulti possano ancora annientare le speranze di chi ha non ha avuto la possibilità di guardare il mondo con gli occhi propri.

 




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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