Vanna Iori

Su Huffington Post: “Perché sono così importanti le parole del Papa sulla pedofilia”

Su Huffington Post: “Perché sono così importanti le parole del Papa sulla pedofilia”
13/02/2017 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Pedofilia


Il mio nuovo articolo pubblicato oggi, lunedì 13 febbraio 2017, sul mio blog sull’Huffington Post Italia.

 

Perentorietà e coraggio. Quella della condanna, senza se e senza ma, priva di alibi, anche a costo di macchiare l’immagine della Chiesa, già scalfita dall’omertà e dagli scandali. E poi il cuore, non quello retorico che a volte viene strumentalizzato e storpiato del suo significato più profondo, ma quello delle emozioni autentiche, della vicinanza. Fino alle lacrime.

C’è questo, e molto altro, nella prefazione che papa Francesco ha scritto per il libro “La perdono, padre” di Daniel Pittet, vittima di abusi sessuali da parte di un prete. Cuore a cuore. Quello di Bergoglio con Daniel, che è stato un bambino di otto anni “timido” e “fragile”, come si racconta sulle pagine di Repubblica, finito nelle mani di quella che il pontefice definisce una “mostruosità”: la pedofilia.

La potenza del messaggio di Francesco è straordinaria. Innanzitutto perché squarcia, una volta per sempre, quel velo di silenzio che avvolge, purtroppo, anche la Chiesa. Già qualche giorno fa il papa aveva messo in guardia sulla necessità di esaminare in modo approfondito l’universo emotivo dei seminaristi, cioè di coloro che si avvicinano alla Chiesa per diventarne parte in modo strutturale. Ma la prefazione del libro di Pittet fa un passo in avanti.

Non solo e non tanto perché il papa usa parole pesanti (“mostruosità”, “sacrificio diabolico”), ma soprattutto perché entra nel profondo di un universo silenzioso, dove la complicità si trasforma in violenza, sudditanza, annullamento dell’infanzia. In quel profondo, buio e doloroso, il papa entra in punta di piedi ma in modo deciso. Ci entra con il carisma di chi è chiamato a guidare la Chiesa in un’epoca storica delicata, ma soprattutto ci entra con la vicinanza del cuore.

Nelle parole che caratterizzano l’incontro tra il papa e Pittet, raccontate dallo stesso Bergoglio, c’è l’essenza di una necessità, quella cioè di sostenere, in modo concreto, chi ha vissuto un’esperienza terribile durante la propria infanzia, capace di segnare tutta una vita e di spingere persino al suicidio.

Scrive il papa: “Ringrazio Daniel perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa. Aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione, e aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni”.

La giusta riparazione è la necessità e anche la capacità di ricomporre quella frattura che squarcia l’età dei più piccoli. Quella frattura che si configura inizialmente come amore, affetto, comprensione, vicinanza. Ma che un minuto dopo si trasforma in ossessione, persecuzione, violenza, sopraffazione.

Daniel è riuscito a chiedere perdono a chi non ha avuto pietà e rispetto del suo corpo e del suo cuore. Ma perdonare non è facile. Prima di farlo bisogna pensare a come superare quella pagina buia che è stata scritta durante l’infanzia e che riaffiora da adulti, quando la mente e il cuore delineano immagini, suoni, persone che si pensava non fossero mai esistite.

Le vittime della pedofilia sono tantissime in Italia e nel mondo. Le misure preventive e repressive sono fondamentali, ma è altrettanto importante sostanziare queste azioni dell’aver cura per riparare le ferite. Quell’abbraccio di Bergoglio a Daniel e il perdono invocato dal papa a tutte le vittime della pedofilia e alle loro famiglie segnano un passo in avanti importante per una Chiesa che non può ripiegarsi su se stessa fingendo, come avvenuto in passato, di non essere intaccata da questo morbo.

Il papa chiede scusa e rilancia. Cuore a cuore. Lo stesso che ognuno di noi deve mettere a disposizione quando viene a conoscenza di storie che rimangono per troppo tempo avvolte da paura e vergogna.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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