Vanna Iori

La politica trovi risposte adeguate agli eventi imprevedibili

La politica trovi risposte adeguate agli eventi imprevedibili
15/12/2015 | Categorie: Huffington Post, Media Press


Il mio nuovo articolo uscito oggi sull’Huffington Post.

 

Gli attentati terroristici a Parigi, la strage di San Bernardino, ma anche le crisi aziendali e gli sbarchi dei migranti. C’è un filo rosso che lega eventi e temi apparentemente distanti: l’inatteso. E c’è una responsabilità precisa, che spetta alla politica: quella di non farsi spiazzare, ma di mantenere mente e cuore capaci di progettare pur nell’imprevedibile.

L’inatteso irrompe sempre più frequentemente nei rapidi cambiamenti: migrazioni, terrorismo, macroscenari economici, uso del cyber. Eventi imprevisti provocano in tutti noi continui spiazzamenti che chiedono risposte politiche. A livello locale e mondiale.

La costruzione fragile e incerta della nostra storia è oggi più che mai esposta al disordine e all’aleatorietà. Il tempo che dà forma ai giorni dell’esistenza umana non è mai lineare e continuo, ma la crisi delle sicurezze precostituite è oggi acuita dalla paura, dagli eventi terroristici come dall’inattesa perdita dei risparmi di una vita, o dalla perdita del lavoro.

Pur nell’imprevedibile che sovverte i nostri piani e ci costringe a riformularli, la politica deve essere capace di “attraversare” i cambiamenti, ma anche di “generare” cambiamenti se vuole mantenere una capacità di progettare.

Il compito più difficile è aprire le porte all’imprevisto come a un’opportunità (e non solo un inconveniente) su cui poter e dover costruire il nuovo. L’inatteso sovverte o vanifica le aspettative programmate, ma spalanca anche nuove possibili vie.

Nel coro finale le Baccanti di Euripide così decretano: “Gli avvenimenti che ci aspettiamo non si avverano, mentre la volontà imperscrutabile degli dei porta nella nostra vita gli eventi che non prevedevamo”.

La politica che si oppone (illusoriamente) ai cambiamenti non previsti o diversamente previsti, che si barrica nelle certezze e nelle consuetudini diffuse, ha già perso la sfida del nostro tempo. Se pretende di stare negli schemi mentali e nelle categorie del “noto” e del “già saputo” e non impara a “lasciarsi spiazzare” dal non previsto, non potrà fornire risposte efficaci al nostro momento.

Il rifiuto dell’imprevedibile si manifesta prevalentemente nell’arroccarsi populista che difende un vecchio mondo che non c’è più, senza voler vedere i cambiamenti in atto, rincorrendo il passato. Per non guardare in faccia la paura o i pericoli, si perde di vista la possibilità di vedere anche il nuovo.

L’imprevedibilità in politica è invece sempre un’occasione di scelta, che riguarda la possibilità di modificare il corso delle cose e la decisione di andare incontro all’inatteso come occasione di cambiamento, per aprire scoperte e vie d’uscita impensate.

Tra il contesto che costruisce le norme e gli eventi “sovversivi” che le scompigliano, la politica deve trovare risposte adeguate “scegliendo” l’imprevedibile che riconsegna alla politica la responsabilità dei progetti e richiede l’impegno di ripensarne continuamente il senso.

 




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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