Vanna Iori

Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista

Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista


La proposta di legge Iori 2656 “Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista“, presentata il 7 ottobre 2014, ha ricevuto il via libera dalla Camera dei deputati il 21 giugno 2016 ed è stata trasmessa al Senato, dove è stata assegnata alla commissione Cultura e scuola con il numero S. 2443 e il titolo “Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista“.

Segui l’iter della proposta in Parlamento.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

12 commenti

  1. Aniello Cipriano
    marzo 10th, 2016 16:14

    Entro quanto entra in vigore questa legge?

    Reply

  2. mario saiano
    maggio 5th, 2016 20:23

    A che punto è la proposta di legge Iori-binetti sulle figure educative?

    E’ in attesa che tutte le commissioni terminino l’invio dei pareri.

    In realtà molte si sono espresse e, seppur con parere favorevoli, quasi tutte hanno inviato osservazioni di merito che, per molti versi, coincidono con le osservazioni già espresse da ANEP.

    A partire dal profilo unico, passando per il bisogno, per gli studenti futuri educatori, di un congruo numero di ore di tirocinio, fino alla necessità di vietare espressamente, nei repertori regionali, l’identificazione di figure sovrapponibili con quelle degli educatori professionali, è emerso chiaramente che la proposta ha dato troppe cose per scontate ed è il “risultato di una mediazione eccessiva che non supera completamente una duplicazione, che appare difficilmente comprensibile in ambito europeo”.

    Siamo in attesa ora che si esprima la commissione bilancio che, per ben tre volte, ha rinviato la seduta perché la proposta era mancante di una relazione tecnica.

    Non sappiamo se tale relazione non è stata ancora presentata per semplici errori burocratici oppure perché risulta difficile motivare un costo zero in una proposta di legge che si prefigge, almeno dalle dichiarazioni della prima firmataria che non sempre ritrovano riscontro nel testo , di inserire in tutti i servizi solo personale laureato. Un costo per tale operazione, a rigor di logica, dovrebbe esserci ed è anche giusto che ci sia. Non vorremmo però che tale costo, invece che dallo Stato, fosse sostenuto dai soli cittadini che dovranno usufruire dei servizi e che, nell’ambito socio sanitario, non capiranno più quali tipi di prestazioni diverse dovranno ricevere dagli educatori professionali socio pedagogici e quali invece dagli educatori professionali socio sanitari. Non riusciranno a capirlo i destinatari degli interventi né i gestori dei servizi ma non lo capiranno gli stessi educatori che avranno invece un unica certezza: per poter lavorare sia in ambito sociale che in ambito sanitario dovranno prendersi due lauree e pagare doppie tasse universitarie che, innegabilmente, saranno le uniche a trovare giovamento dal testo legislativo .

    Restiamo comunque in attesa che si esprima la commissione bilancio così come dovrebbe esprimersi anche la III commissione della Camera (Affari Esteri e Comunitari).

    Usiamo il condizionale perché, al momento dell’assegnazione in sede referente della proposta Iori alla VII commissione cultura. era previsto il parere della commissione ma, ad oggi, non risulta che l’argomento sia mai stato messo in discussione per il parere.

    Anche questa appare davvero un anomalia che ANEP farà presente nelle opportune sedi non per pura formalità ma perché ritiene necessario un parere della commissione in virtù del fatto che la proposta di legge si rifletterà sicuramente sul riconoscimento dei titoli professionali sia a livello europeo che extra europeo ma anche sul meccanismo di allerta previsto per le professioni.

    Non osiamo pensare cosa succederà. Se dovesse passare il testo di legge senza alcuna modifica, lo scenario che avranno di fronte gli educatori che dall’estero vorranno stabilirsi in Italia e, viceversa, dall’ Italia vorranno stabilirsi all’estero avrà davvero del paradossale. In Italia ci saranno due professionisti che si chiamano in maniera simile ma che sono diversi, ma al contempo, in molti servizi faranno le stesse cose e solo per alcuni professionisti sarà contemplato il meccanismo di allerta da parte del Ministero della Salute.

    Un obiettivo principale doveva porsi la proposta di legge iori-binetti per gli educatori professionali: unificare il doppio canale formativo universitario. Lo sostiene l’ANEP così come, costatiamo con piacere, lo sostengono anche le sigle sindacali di maggior rilievo.

    Questo avrebbe dato un segnale forte a quei docenti universitari, non tutti per fortuna, che preferiscono dividere piuttosto che integrare e contemporaneamente avrebbe giovato agli studenti, ai servizi e i cittadini tutti.

    Coloro che affermano che ANEP vuole affossare una Legge sugli Educatori dicono palesemente il falso, coloro che appoggiano in maniera totalmente acritica la proposta di legge attuale o non hanno letto il testo attentamente oppure, ci viene il dubbio, hanno altri interessi che non sono strettamente legati a quelli degli educatori professionali.

    La logica ci impone di superare la dicotomia universitaria sull’educatore professionale ed ANEP ne è fermamente convinta.

    http://www.anep.it/newsnoiep.php?pageid=2420

    Reply

  3. Mary
    settembre 6th, 2016 8:31

    Buongiorno,
    ho letto con interesse la sua proposta di legge e vorrei chiederle alcune delucidazioni in merito a due aspetti.
    Il primo riguarda il caso degli assistenti educatori scolastici, a cui purtroppo non viene ad oggi richiesto un titolo (anche se moltissimi in realtà lo hanno), ma che hanno un ruolo di grande impegno e di impatto sui bambini con cui lavorano.
    Il secondo aspetto riguarda il caso di persone che lavorano come educatori da anni pur non avendo la laurea specifica, ma avendo già una laurea nell’ambito (servizio sociale nel mio caso, con la specialistica in una facoltà ad indirizzo educativo, scelta proprio perché questo è il lavoro che svolgo e amo).
    La ringrazio moltissimo ed attendo una sua cortese risposta.
    Cordialmente,
    Mary

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  4. Maria Rosa
    ottobre 20th, 2016 16:58

    Sono confusa… in poco tempo apprendo che quello che faccio da 11 anni e cioè l’educatrice in asilo nido non posso più farlo e che le tirocinanti e le colleghe nuove che ho assistito e accompagnato in questi anni mi prenderanno il posto.
    Continuate a dire che la legge non è retroattiva, allora perché non posso continuare a lavorare con lo stesso titolo (maturità magistrale)?
    Lavoro per una cooperativa in nidi comunali, a tempo sì indeterminato, ma dipendiamo dalle gare d’appalto che si possono vincere o perdere, e ogni tre anni viene rimesso tutto in gioco, perciò sono costretta a fare il corso e a pagarlo, (a discapito dei bisogni familiari), a studiare, dare esami e continuare a fare il mio delicato lavoro serenamente… con le telecamere messe lì da una legge che mi ricorda che non ci si può fidare di gente come noi.
    Al momento del rilascio, un titolo di studio ha un valore che non può perdersi nel tempo. E se svolgo un lavoro non posso essere discriminata se lo svolgo assunta dal comune o dal privato che prende in gestione dal comune stesso, perché qui sta la differenza, mi par di capire!
    Apprendo che in questo paese le persone che lavorano nei servizi educativi sono un problema: tutti sono concordi nel pensare che c’è bisogno di rimetterle a studiare (e fargli sborsare un po’ di soldi, già che ci siamo!) perché di sicuro non sanno quello che fanno e con ogni probabilità lo fanno male.
    Ringrazio sinceramente di averci permesso di lavorare senza averne il diritto e della fiducia che ci date e che aiutate a diffondere tra le famiglie.
    Spero che questa legge rassereni la maggioranza del paese, e pazienza se noi non sappiamo più chi siamo.
    Spero anche, che almeno voi abbiate i titoli aggiornati per fare le leggi che ci buttate addosso come macigni.
    Buon lavoro a chi ce l’ha e a chi ce l’avrà.
    Maria Rosa

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  5. Silvia griglio
    novembre 17th, 2016 10:57

    Buongiorno
    Domanda da ignorante in materia.
    So che la legge è in discussione ma mi chiedo se l’esito del referendum o l’eventuale conseguenza sul governo possa avere una ricaduta sull’approvazione della stessa. grazie

    Reply

  6. Luca Clochiatti
    maggio 11th, 2017 7:19

    Buongiorno,
    come moltissime altre persone anche io lavoro in ambito sociale da molti anni pur non avendo il titolo di studio specifico (sono laureato ma in un altro ambito). Ho sempre lavorato con grande passione e con la volontà di mettermi in gioco. Per molto tempo ho coltivato il desiderio di iscrivermi all’università per poter svolgere il mio lavoro al meglio e con le competenze necessarie. Purtroppo questo non è stato possibile perché nessuna università mi è venuta incontro per conciliare lavoro e studio: frequenza obbligatoria, tirocini e poca disponibilità da parte dei professori mi hanno costretto a desistere.
    Ora mi trovo in una situazione in cui il mio lavoro va piuttosto bene (sono appena stato promosso a responsabile di una comunità di accoglienza per persone con dipendenze) ma allo stesso tempo ho paura perché la nuova legge apre uno scenario in cui io sembro di troppo o comunque inadeguato al ruolo.
    Avrei molta voglia di riprendere gli studi o quanto meno mettere assieme l’esperienza e le competenze che ho acquisito in questi anni di lavoro con una preparazione teorica che solo l’università potrebbe darmi.
    Mi auguro che la nuova legge possa darmi questa possibilità.
    Grazie

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  7. Valentina
    gennaio 2nd, 2018 9:59

    Se 15 anni di lavoro nel nido con diploma di maturità magistrale possano essere non considerati e necessitano anche di un corso di un anno come se fosse facile farlo mentre lavori con due bambini a carico ecc questa legge e’ una vergogna e lascerà tante persone senza lavoro !!!!

    Reply

  8. maddalena
    gennaio 13th, 2018 17:31

    Salve,
    avrei bisogno di avere delucidazioni in merito alla legge Iori-Binetti .
    Sono una donna di 35 anni, in possesso di una laurea triennale in Psicologia dello Sviluppo e dell’ educazione e lavoro da 10 per una Cooperativa sociale nel ruolo di Assistente Specialistica alla disabilità in scuole di ogni ordine e grado.Nel contratto di lavoro figuro come “educatore senza titolo”.
    In che modo questa legge influirà sulla mia professione?
    Ho letto che dovrei frequentare un corso intensivo finalizzato al raggiungimento di 60 cfu presso Universita ‘private.
    Ora mi chiedo, è realmente cosi?Anche con il mio titolo di studio?
    E se si’, con quale criterio sono stati stabiliti questi CFU?
    Fino ad ora la mia laurea è stata considerata equipollente a quella in Scienze dell’ educazione, gli esami fondamentali infatti sono praticamente gli stessi.
    Ben venga la formazione ( non ho mai smesso di farla, ho frequentato corsi su corsi per svolgere al meglio il mio lavoro) ma non vorrei certo ritrovarmi a dare migliaia di euro ad università private per ridare esami già sostenuti o peggio inutili nella pratica del lavoro che svolgo.
    Grazie
    Maddalena

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