Vanna Iori

L’eredità politica di Sassoli non va sprecata

L’eredità politica di Sassoli non va sprecata


L’11 gennaio di due anni fa venivamo sconvolti dalla morte prematura di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, politico raffinato di straordinaria levatura ed europeista convinto. Un uomo la cui cultura politica affondava le sue radici profonde nel cattolicesimo democratico di Dossetti, La Pira, Mazzolari e anche nel pensiero Don Milani. Una trama intessuta di valori etici, spirituali e universalistici, dei quali era elemento fondante il tentativo di rendere più solidi i principi ispiratori che hanno condotto alla nascita della UE.

La volontà di rafforzare la libertà e di affermare la giustizia sociale sono state fonte di ispirazione della sua intera attività politica che è stata dedicata alla creazione di un’Unione Europea sempre più solida, integrata, capace di rispondere ai diversi bisogni dei suoi cittadini e fondata sul ruolo centrale del Parlamento, espressione suprema della volontà popolare. Un’Europa dove il rispetto dei diritti umani e la difesa dello stato di diritto sono criteri inderogabili. Non è un caso che nei suoi anni da presidente del Parlamento europeo abbia contrastato con risolutezza le scelte di alcuni leader che hanno agito contro la democrazia, la stampa libera e lo stato di diritto, come Vladimir Putin e Viktor Orbán. Era sicuro che una stampa libera fosse uno dei sistemi più efficaci per controllare chi governa: “la democrazia e la libertà non sono indistruttibili e non vengono dati una volta e per sempre. Ciò che rende l’Europa un modello, non è la perfezione morale, ma sono regole e meccanismi che ci permettono di controllare chi sta al potere. Uno dei meccanismi più potenti è proprio il giornalismo indipendente e libero”.

Un’Europa dove la solidarietà è un impegno da perseguire con forza. Con la crisi pandemica questa intuizione è diventata fatto concreto: non possiamo, infatti, trascurare, il ruolo determinante che ha svolto nel delicatissimo negoziato sul bilancio che ha condotto all’approvazione del del Next generation EU, il primo vero piano economico europeo ispirato alla solidarietà tra stati membri con una condivisione del debito. Un’Europa capace di migliorare il funzionamento dei suoi processi decisionali con un Parlamento ancora più protagonista. La sua battaglia più attuale è stata quella sulla revisione del meccanismo dell’unanimità che blocca le decisioni più importanti perché “una democrazia come può funzionare con il diritto di vero?”. Un pensiero di grande attualità che dovrebbe essere messo al centro di ogni riflessione politica per il futuro di un’Europa più forte e integrata.

Come ha detto bene Mario Draghi, nel giorno della sua scomparsa, a Sassoli va riconosciuta la “rara capacità di combinare idealismo e mediazione che lo ha reso protagonista di uno dei periodi più difficili della storia recente”. Ma la grande forza di Sassoli risiede anche nelle sue qualità umane: ha sempre interpretato la politica con garbo e gentilezza, costruendo ponti e non alzando muri attraverso l’arte della mediazione e del rispetto profondo dell’avversario politico. Tutte qualità che lo hanno fatto apprezzare anche tra chi non la pensava come lui.

L’Europa nella quale ha creduto, quella nata sullo straordinario pensiero di Ventotene, era il modello da costruire perché rappresentava il luogo dove si potevano affermare con maggiore forza i valori conquistati negli anni: la libertà di pensiero, la multiculturalità, i diritti, il pluralismo, il libero mercato. Ed è proprio a questa Europa che le forze progressiste, riformiste, cattolico democratiche, socialiste devono ispirarsi per proporre un modello alternativo a quello delle destre alle prossime elezioni che saranno decisive per il futuro del continente. “Questo tempo ci dice che dobbiamo avere più coraggio e che su certe decisioni l’Europa non può più indugiare. Il progresso sociale ed economico non può più dissociarsi da quello ecologico. L’Europa funzionerà se ognuno di noi farà il proprio dovere, se tutti saremo concentrati sulla riduzione delle disuguaglianze e sull’impegno comune a lasciare alle nuove generazioni un futuro più giusto, con maggiori opportunità”. Questo è il lascito politico e morale di un uomo che ha dato valore, spessore, forza e dignità alla politica che, altro non è che la capacità di cambiare il mondo e la vita delle persone.

 

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Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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