Vanna Iori

La pandemia silenziosa che occulta il diritto all’esistenza

La pandemia silenziosa che occulta il diritto all’esistenza
10/12/2021 | Categorie: Diritti, Donne, Huffington Post, Media Press


Oggi si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani. Come ha ricordato il presidente Mattarella, occorre ribadire il “carattere universale, inalienabile, indivisibile e interdipendente dei diritti umani, perché il loro godimento da parte di tutti è una condizione imprescindibile per uno sviluppo autenticamente sostenibile”.

Ma più di settanta anni dopo la pubblicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, essa rappresenta ancora un’utopia più che una realtà. Ne esistono violazioni in ogni parte del mondo. Donne e bambini in particolare, soffrono e sono colpiti da violenze, malattie, fame; la stampa non è libera in molti stati e chi dissente viene messo a tacere; rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono abbandonati a loro stessi o esclusi dalla vita dei Paesi che li ospitano; le minoranze vengono discriminate.

È del tutto evidente come le violazioni dei diritti umani siano ancora oggi una piaga mondiale che assume proporzioni sempre più significative nonostante gli sforzi compiuti dai governi per diffondere in tutto il mondo i valori di democrazia, diversità e tolleranza.

Dal confine bielorusso all’Afghanistan, dalle mattanze messicane alla soppressione del diritto alla libertà d’espressione in molte nazioni; dalle discriminazione delle minoranze etniche e delle popolazioni native da parte di Bolsonaro all’attacco alle libertà di Hong Kong da parte della Cina, dalla repressione del dissenso in Turchia alle condizioni carcerarie dell’Egitto, fino alle brutto violenze compiute dalla forze dell’ordine contro gli afroamericani negli Stati Uniti. Parliamo di esseri umani maltrattati, vessati, privati dei loro diritti fondamentali: diritto all’autodeterminazione, alla terra, alla libertà, al futuro.

Troppe comunità e troppe persone nel mondo sono ancora strette nella morsa di una pandemia silenziosa, molto più cronica del covid; privati dei loro diritti fondamentali a partire da quello all’esistenza.

Sembra ancora troppo difficile esercitare quei principi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani che, il 10 dicembre del 1948, voleva restituire il genere umano al suo rango dopo l’abbrutimento di due guerre mondiali. Si tratta di quattro principi fondamentali: dignità, libertà, uguaglianza e fratellanza. La dignità protegge i valori condivisi di tutti gli individui indipendentemente dalle differenze di religione, etnia o sesso.

La libertà si riferisce ai diritti legati alla libertà individuale e alla sicurezza personale. L’uguaglianza è intesa a garantire la partecipazione politica e pubblica di tutte le persone. La fratellanza, infine, si riferisce ai diritti economici, sociali e culturali.

Le società capaci di garantire questi principi e offrire a tutti opportunità per realizzare pienamente il proprio potenziale di vita sono società più inclusive, libere e prospere, dunque più resilienti, più capaci di affrontare in modo positivo i cambiamenti. Costruirle e consolidarle deve essere il nostro compito. Con la Dichiarazione universale, infatti, la comunità internazionale ha riconosciuto al massimo livello il carattere inviolabile della dignità umana e ha inteso porre le basi per lo sviluppo, nel corso dei decenni successivi, di quel sistema di convenzioni internazionali che deve rafforzare i meccanismi di tutela.

Non possiamo sottrarci a questa responsabilità. I diritti vanno difesi ogni giorno perché la storia ci dice quanto siamo ancora lontani dal riuscire ad affermarli. Non basta affermarli a parole, con nobili dichiarazioni, bisogna fare in modo che siano vissuti ed esercitati in concreto con scelte politiche efficaci. E per riuscirci dobbiamo partire dal nostro piccolo e dalla capacità di saper vedere e di empatizzare con gli altri esseri umani.

“Dopotutto, dove iniziano i diritti umani universali? In posti piccoli, vicino a casa – così vicini e così piccoli che non possono essere visti su nessuna mappa del mondo. […] A meno che questi diritti non abbiano significato lì, hanno poco significato ovunque. Senza un’azione concertata dei cittadini per sostenerli vicino a casa, cercheremo invano il progresso nel mondo più vasto”. Con queste parole Eleanor Roosevelt, presidente del comitato di redazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, aveva sottolineato l’importanza di far sentire la propria voce, anche nelle piccole cose di ogni giorno, per la difesa dei diritti inalienabili.

Saremo in grado di raggiungere questi obiettivi globali comuni solo se saremo capaci di creare pari opportunità per tutti e affrontare disuguaglianze, esclusione e discriminazioni radicate, sistematiche e transgenerazionali. Dobbiamo riaffermare l’importanza dei diritti umani nella ricostruzione del mondo che vogliamo, la necessità di solidarietà globale, nonché la nostra interconnessione e umanità condivisa. Solo in questo modo potremo garantire una completa ripresa della dimensione umana e la ricostruzione di un mondo più giusto e sostenibile per tutti.

 

Il mio articolo per HP




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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