Vanna Iori

Interrogazione a Speranza su misure prevenzione per strutture anziani e categorie fragili

Interrogazione a Speranza su misure prevenzione per strutture anziani e categorie fragili
06/05/2020 | Categorie: Diritti, Disabilità, I miei comunicati stampa


“Purtroppo, la “fase 2” è iniziata all’insegna del caos per le RSA. Ma anche per le strutture socio-educative e i centri diurni che sono servizi destinati all’assistenza delle categorie più fragili, le persone con disabilità, gli anziani parzialmente non autosufficienti, gli adulti e i minori in situazione di disagio.

Il decreto del 26 aprile prevede che queste specifiche strutture, in ragione della fragilità della loro utenza, vengano riattivate secondo piani territoriali, adottati dalle Regioni, che garantiscano protocolli chiari per il rispetto delle disposizioni per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori. Tuttavia, le associazioni denunciano come il riferimento a specifici protocolli territoriali sia insufficiente, in assenza di linee guida nazionali che tutelino la sicurezza degli operatori e degli utenti. Ciò anche in considerazione dell’attuale mancanza di specifiche indicazioni sul tipo e la durata dei dispositivi di sicurezza individuali di alto livello da utilizzare. Inoltre, non vi sono indicazioni chiare su come si intenda verificare le condizioni di salute del personale e dell’utenza, garantire il sostegno emotivo, psicologico e anche economico ad un personale particolarmente esposto. Per queste ragioni, ho presentato un’interrogazione urgente al Ministro Speranza affinché dia indicazioni chiare. Gli ospiti e gli operatori delle strutture residenziali e semi residenziali sono ancora in pericolo e senza specifici interventi di prevenzione, rischiano di essere esposti a una seconda tragica ondata di contagi”. Così la senatrice Vanna Iori capogruppo Pd in commissione Cultura a Palazzo Madama.

Segue testo interrogazione

IORI, BOLDRINI – Al Ministro della salute

Premesso che:

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, nell’articolo 8, comma 1, stabilisce che “le attività sociali e socio-sanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno o da parte di centri semiresidenziali per persone con disabilità, qualunque sia la loro denominazione, a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario vengono riattivate secondo piani territoriali, adottati dalle Regioni, assicurando attraverso eventuali specifici protocolli il rispetto delle disposizioni per la prevenzione dal contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori”;

nelle RSA ed in altre tipologie di strutture residenziali e semi-residenziali si è verificato un alto numero di contagi e decessi per COVID-19, generando una situazione tragica, che le cronache riportano quotidianamente;

inoltre, in diverse strutture, il focolaio epidemico non è ancora spento, né è accertato il numero di infetti per mancanza di tamponi. Nonostante ciò, si ventila l’ipotesi di riapertura delle visite per i parenti degli ospiti di queste strutture;

per quanto riguarda diverse tipologie di utenza (persone affette da particolari disturbi fisici, psichici o fragilità, decadimento cognitivo, ipoacusia severa, da patologie gravi per caratteristiche comportamentali o per livello evolutivo o da sintomatologie come la scialorrea cronica) risulta impossibile mettere in atto le disposizioni di distanziamento sociale e imporre l’uso della mascherina;

la mascherina chirurgica pare non proteggere chi la indossa dal contagio;

prima della sospensione temporanea dei centri diurni per disabili si sono verificati contagi tra operatori e utenti, nonché eventi luttuosi;

l’utenza con disabilità, in ragione di alcune patologie connaturate a tale condizione, è particolarmente esposta ai rischi derivanti dal contagio;

in questi servizi: è estremamente difficile garantire la netta divisione tra ospiti sintomatici ed asintomatici; si vive in comunità, in situazioni di naturale promiscuità, dove è più facile venire a contatto stretto con pazienti infetti, che sviluppano la sintomatologia in seguito; il personale è limitato e spesso si occupa sia di pazienti COVID positivi che negativi, divenendo potenziale tramite di infezione; il rapporto tra personale, utenza e spazi fisici interni dei servizi, così come strutturato prima dell’emergenza, non è adeguato ad evitare assembramenti e prevenire il rischio di focolai epidemici; i professionisti sanitari, a fine turno, escono dai servizi per recarsi presso le loro abitazioni;

le misure sinora adottate dalle Regioni non paiono aver considerato la specificità della casistica elencata,

si chiede di sapere:

quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare in ordine alla necessità di linee guida nazionali in materia di sicurezza e salute che tutelino l’integrità degli operatori (professionisti sanitari, educativi, pedagogici ed assistenziali, nonché il personale addetto alla pulizia, alla mensa, alla sanificazione ed alla manutenzione) e delle utenze dei servizi suddetti. Ciò anche in considerazione dell’attuale mancanza di specifiche indicazioni sul tipo e la durata dei DPI di alto livello di protezione (quali ad esempio le mascherine FFP2) da utilizzare nei diversi contesti da parte di tutto il personale indicato, non solo dove si siano verificati casi di contagio o non sia possibile rispettare il distanziamento per le difficoltà degli utenti evidenziate in premessa, ma anche in tutte le situazioni in cui non sia accertata la condizione sierologica di operatori e utenti;

quali misure si intendano prendere, in un’ottica di prevenzione, affinché: il personale che presta cure dirette agli utenti della struttura riceva una formazione specifica (su come prevenire la trasmissione dell’infezione da SARS COV-2, come utilizzare i DPI e come smaltirli, sulle corrette e obbligatorie modalità di sanificazione degli ambienti e la loro frequenza); siano verificate le condizioni di salute del personale e delle utenze di suddette strutture; siano garantiti il sostegno emotivo, psicologico e la adeguata ricompensa economica per il personale particolarmente esposto che opera nelle suddette strutture e tipologie di servizio.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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