Vanna Iori

Famiglie e pari opportunità insieme: una scelta giusta

Famiglie e pari opportunità insieme: una scelta giusta
09/09/2019 | Categorie: Donne, Genitorialità, Huffington Post, Media Press


Una seria politica sulle pari opportunità non può che iniziare da proposte efficaci di sostegno alle famiglie e alla conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Spesso il luogo dove comincia a essere messo in discussione il principio di pari opportunità è proprio il diverso carico di incombenze e impegni tra uomini e donne nella cura dei figli.

Per questo avere inserito le due deleghe nello stesso dicastero dimostra una visione che farà certamente bene alla costruzione di interventi davvero efficaci e non solo di propaganda. Le donne sono portatrici di un pensiero e di una storia che non solo deve essere difesa con le pari opportunità nei diritti ma che sappia valorizzare le differenze nella parità.

Insomma per potere essere diversi, senza che la differenza si traduca in discriminazione, ma sia davvero una ricchezza, occorre poter essere uguali. Sembra un apparente paradosso, ma solo avere le medesime opportunità consente di esprimere le reciproche differenze.

Abbiamo bisogno di risposte concrete e immediate sul versante delle opportunità di lavoro femminile e delle politiche familiari, perché in Italia si fanno sempre meno figli. La curva delle nascite, che è il pilastro della società e del futuro di ogni Paese, vira sempre più in giù.

dati Eurostat pubblicati nei mesi scorsi certificano come l’Italia sia il Paese europeo che negli ultimi dieci anni ha registrato la flessione maggiore nelle nascite: il tasso di natalità è fermo all’1,31% figli per donna, ultimo tra i principali Paesi europei che pure si collocano da tempo al di sotto di 1,5. In un Paese come il nostro, dove la popolazione è sempre più anziana, il crollo delle nascite, unito al prolungamento dell’aspettativa di vita, rischia di mettere in crisi il sistema sociale ed economico.

Oggi non è più sufficiente puntare su una politica familiare orientata al sostegno fiscale e contributivo ma servono anche politiche che incentivino il lavoro femminile perché, laddove le donne sono impegnate professionalmente, la curva delle nascite aumenta.

Interventi mirati di welfare generativo sono in grado di superare l’assistenzialismo, tenere insieme la dimensione economica e quella relazionale, corresponsabilità e dignità sociale, investendo su un nuovo ruolo della donna nella nostra società.

La fatica dell’aver cura, in un contesto in cui la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è oggettivamente ostacolata, rende più difficile la scelta procreativa. E’ complicato orientarsi in una dimensione dove il sostegno, pubblico o privato che sia, è spesso carente, non solo da un punto di vista economico, ma anche di servizi innovativi, di affiancamento familiare, di co-genitorialità.

Nella famiglia nucleare odierna oggi il modello predominante è ancora fondato sulla divisione del lavoro tra uomo breadwinner (procacciatore di risorse) e donna homemaking (lavoro di cura domestico non retribuito).

Intervenire, dunque, per risollevare la natalità non può che derivare da un insieme di azioni, che deve sostanziarsi di politiche familiari e di welfare innovative, capaci di riadattare il sistema sociale a esigenze differenti e complessità crescenti che affrontino anche la dimensione relazionale e quella educativa. Sono certa che la nuova ministra Bonetti saprà cogliere questa grande opportunità, mettendo in campo le iniziative necessarie per donne e famiglie.

Il mio articolo su Huffington Post




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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