Vanna Iori

There is no planet B: un richiamo dei ragazzi alla politica

There is no planet B: un richiamo dei ragazzi alla politica
15/03/2019 | Categorie: Ambiente, Giovani, Huffington Post, Media Press


Greta Thunberg ha solo 16 anni ma ha già le idee molto chiare, tanto che la sua battaglia contro i cambiamenti climatici sta ispirando un’intera generazione e sollevando il velo di ipocrisia che oscura un tema cruciale e decisivo per il futuro del pianeta.

“Voglio che i politici diano priorità alla questione climatica, concentrandosi sul clima e trattandolo come una crisi. La gente pensa che si possa risolvere il problema senza sforzo, senza sacrificio. Io credo che una persona possa fare la differenza”.

Questa ragazza ha dato il via a uno straordinaria campagna globale che negli ultimi mesi ha portato migliaia di giovani a scendere in piazza per le manifestazioni #FridaysForFuture. Si tratta di una serie di proteste pacifiche che si sono tenute in tutti i continenti e che oggi,15 marzo, convoglieranno nel “Global Strike For Future”, lo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà in oltre mille città di 82 paesi, tra cui l’Italia.

Si tratta di ragazzi, alcuni molto giovani, che chiedono ai governi di agire immediatamente contro la crisi climatica che oggi rappresenta la sfida più grande e complessa che l’umanità deve affrontare. Ragazzi che fanno richieste definite “radicali” che si basano sulle indicazioni della comunità scientifica che mette in guardia da anni: rimane pochissimo tempo, ormai siamo verso il punto di non ritorno.

Ci si può rapportare a questa ondata di protesta con paternalismo o accondiscendenza, più o meno benevolente, ma pur sempre come se si trattasse di un fenomeno adolescenziale che “passerà”, come tutte le mode.

Oppure si possono prendere molto sul serio le richieste di questi giovani che pretendono, giustamente, di poter contare quando si prendono decisioni riguardanti la qualità della loro vita futura. Io penso che un grande partito progressista europeo debba prendere su di sé la responsabilità delle richieste di questi ragazzi e di queste ragazze, senza avere paura di essere radicale nella proposta.

E credo che una proposta radicale sulla crisi climatica dovrebbe essere uno dei punti centrali della nostra visione per una nuova Europa. Bisogna ascoltare molto attentamente le migliaia di ragazze e ragazzi che si stanno battendo pacificamente ma con determinazione per il loro futuro su questa Terra, ricordando a tutti che “there is no planet B”.

È molto importante che i giovanissimi si stiano mobilitando globalmente per un tema di tale portata. Le manifestazioni sono organizzate in modo autonomo, spontaneo e orizzontale, senza nessuna logica verticistica, chiunque voglia partecipare può semplicemente organizzarsi con altri studenti o presidiare un luogo simbolico della sua città.

Un movimento che si sta espandendo a macchia d’olio e che rivendica l’urgenza di intervenire contro un fenomeno drammatico che mette in pericolo il futuro del nostro pianeta.

Di fronte ai potenti di Davos, Greta è stata drastica:

“Occorre agire immediatamente per il clima, come se la vostra casa fosse in fiamme. Dovete entrare nel panico. Risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’umanità abbia mai affrontato”.

Si tratta dello stesso messaggio che sta veicolando Papa Francesco e ha rilanciato il presidente Mattarella.

I governi per ora non prendono sul serio questi scenari, e in alcune circostanze assumono posizione che negano il problema come nel caso di Donald Trump. L’irruzione sulla scena di questo inedito movimento forse determinerà un approccio diverso per lo scenario al 2050 che si annuncia catastrofico per chi allora sarà nel pieno della vita. La politica saprà proiettarsi nel mio futuro o rimarrà indifferente, appiattita sul presente?

Il mio articolo per Huffington Post




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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