Femminicidio, nel nuovo piano antiviolenza c’è un importante accento sulla formazione
Il nuovo piano antiviolenza annunciato dalla sottosegretaria Maria Elena Boschi va nella direzione giusta perché pone un forte accento operativo sulla formazione, che è elemento e allo stesso tempo strategia fondamentale se si vuole prevenire con efficacia un fenomeno che purtroppo registra dimensioni sempre più consistenti nel nostro Paese.
Parliamo di una formazione che deve riguardare tutti coloro che entrano in contatto con gli omicidi e la violenza di genere: dagli educatori agli avvocati, dalle forze dell’ordine ai magistrati. Si richiede oggi una professionalità adeguata per le sconvolgenti caratteristiche di questo fenomeno.
Dopo la la legge contro il femminicidio e l’investimento previsto anche nella legge di bilancio si fa ora un passo in più: le dimensioni della prevenzione e della formazione sono imprescindibili se si vuole impedire che le donne si ritrovino vittime di un circuito infernale fatto di violenza, denigrazione e morte.
Occorrono, cioè, azioni di accompagnamento formativo alla fiducia e al coraggio, azioni che possono essere attivate anche nei luoghi di lavoro e che diminuiscono i costi umani, sociali e anche economici della violenza. Così come sono necessarie pratiche educative, regole e vigilanza, a cominciare dal linguaggio della comunicazione pubblica.