Vanna Iori

Su HP: “Oltre la tragedia di Adele l’emergenza è trovare risposte al vuoto giovanile”

Su HP: “Oltre la tragedia di Adele l’emergenza è trovare risposte al vuoto giovanile”


Il mio nuovo articolo pubblicato oggi, lunedì 31 luglio 2017, sul mio blog sull’Huffington Post Italia.

 

Adele è stata uccisa da un cocktail letale di droga e alcol dopo un lungo pomeriggio iniziato davanti a un hotel a Sestri Levante e finito tragicamente in un appartamento di Genova. Quel cristallo di ecstasy, fatto sciogliere sotto la lingua, ci ha impiegato cinque ore per fermare il suo cuore e stroncare così la sua giovane vita.

La droga, ancora una volta, si affaccia prepotentemente nel mondo degli adolescenti, ritorna alla ribalta nelle cronache di tg e giornali. Nuove denominazioni e nuove pericolose assuefazioni si aggiungono alla già lunga lista di sostanze stupefacenti in voga negli anni passati, eppure di droga e dei pericoli legati all’assunzione di queste sostanze si parla sempre meno.

O meglio se ne parla solamente quando una tragedia, come quella di Adele, irrompe nell’attualità, squarcia quel velo di buio, di notti consumate nello “sballo” che uniscono solitudini di giovani adolescenti disorientati e desiderosi di andare oltre “per vedere l’effetto che fa”, per provare a riempire quei vuoti esistenziali che nella società post-moderna, dove la tecnologia e la Rete creano comunità virtuali sempre più precarie, affiorano in modo inesorabile.

E le risposte della politica? Legalizzare o non legalizzare la cannabis. Giusto questo dibattito e importantissima la legge che con travaglio uscirà dal parlamento. Ma non basta. La risposta sulla legalizzazione non è che una parte del problema. E lascia scoperta tutta l’altra, ancora più difficile: il perché.

La politica deve cercare risposte anche a questa domanda sulle cause che riguarda i giovani, sul loro bisogno di riempire quel vuoto di senso che li lascia privi di valori, di slancio progettuale, di direzioni e orientamento. Questo è un dovere prioritario della politica.

Gli inquirenti scavano dietro la storia di Adele e provano a dare una motivazione a quello “sballo”. Qualcosa sta già emergendo in queste ore e sono elementi che ritraggono un’adolescente ferita per la scomparsa della madre, morta per un tumore un anno fa.

“Ridammi un giorno, solamente un giorno. Per stare con te, capire che c’è bello oltre a questo. E capire che senza di te, mamma, non è più lo stesso”, aveva scritto Adele in uno dei tanti post affidati a Facebook in cui aveva esternato il suo grande dolore, richiamando a film drammatici e ad altri post per raccontare l’assenza della madre.

Di certo Adele ci aveva provato a riempire quel buco profondo: un fidanzatino, una vita che voleva essere “normale”. Ma alla fine ha creduto di trovare una risposta nella droga, fornita tra l’altro da giovani pusher, anch’essi vittime di un circuito che pian piano si restringe e ti porta a estraniarti, pur essendo in mezzo alla folla di un locale; a volerne sempre di più, a non poter più vivere fuori dalla dimensione dello “sballo”.

La droga è un palliativo per un male che cresce dentro piano piano, come un mostro, e alla fine ti fagocita. Difficile dire cosa ci sia dietro quella voglia di “sballo” e di autodistruzione, ma è evidente che è un preciso compito politico far uscire dal silenzio l’informazione che da troppo tempo tace, perché non fa più notizia, e soprattutto potenziare luoghi e servizi socio-educativi per accompagnare personalità emotivamente fragili, che vanno sostenute durante la difficile e incerta stagione dell’adolescenza.

Lì risiede una responsabilità, che è collettiva, di chi oggi deve guardare al mondo dei giovani con maggiore attenzione e cura. Una responsabilità che è in primis dei genitori, oggi sempre più distratti dai propri percorsi personali e insoddisfatti, ma che chiama in causa il ruolo di tutte le agenzie educative, dalla scuola allo sport, alla parrocchia, solo per citare alcuni esempi. La sfida alla droga è innanzitutto una sfida educativa che richiede investimento politico su questo versante.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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