In Italia occorre potenziare l’informazione e la prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili
La ricerca realizzata dal Censis sulla sessualità dei millennials mette in luce alcuni elementi preoccupanti, a iniziare dal fatto che il sesso “protetto” viene considerato solo quello che consente di evitare le gravidanze e che la distinzione tra contraccezione e protezione non è per niente chiara.
Un dato, su tutti, è indicatore della scarsa informazione sui temi e soprattutto sui rischi legati al sesso: la maggior parte dei ragazzi non conosce l’effettiva necessità di prevenzione nei confronti di infezioni e malattie sessualmente trasmissibili.
Di fronte a questo scenario è essenziale potenziare le dimensioni dell’informazione e dell’educazione sulla sessualità, che oggi avviene principalmente attraverso amici, coetanei o attraverso le immagini pornografiche dei siti internet; proprio la Rete e gli strumenti più usati oggi dai giovani, cioè gli smartphone e i social network, possono invece svolgere un primo momento di informazione corretta.
Il dibattito sull’importanza di proteggersi durante i rapporti sessuali dura da decenni, eppure il trend attuale dei comportamenti non è mutato, i rischi che si corrono non sono diminuiti rispetto agli anni ’80. Prevenire significa quindi rompere gli argomenti tabù del sesso: parlare delle malattie e dei rischi a trasmissione sessuale è imprescindibile e va inserito in una corretta educazione alla sessualità che spetta a tutti, famiglie e scuole in primis.