Biotestamento, l’iter della legge prosegua anche con il nuovo governo

Pur nell’incertezza politica del momento, l’incardinamento della proposta di legge sul biotestamento in commissione Affari sociali alla Camera segna un punto di arrivo di un lavoro indispensabile per disciplinare una materia delicata e che richiede una risposta.
Mi auguro che questa proposta prosegua il suo iter in Parlamento anche quando si sarà insediato il nuovo governo: è improcrastinabile un confronto serio, privo di pregiudizi, sul diritto di ciascun individuo di manifestare il proprio rifiuto a trattamenti sanitari non desiderati, anche necessari al sostegno vitale.
Quando il decorso di una grave malattia diventa irreversibile e tale da portare sicuramente alla morte, o quando sussistono situazioni cliniche irreversibili in seguito a traumi o a eventi acuti, possono manifestarsi forti sofferenze fisiche e psicologiche nei confronti delle quali i trattamenti sanitari idonei al sostegno vitale sono percepiti dall’interessato come un’inutile violenza e un’ulteriore sofferenza: in queste drammatiche circostanze molte persone, pienamente coscienti della propria situazione, desiderano beneficiare unicamente di cure palliative, volte ad alleviare il dolore e a fornire sostegno, conforto e sollievo, respingendo trattamenti anche invasivi che possono costituire solo un vero e proprio accanimento terapeutico.
È dunque necessario disciplinare in modo chiaro e completo la possibilità di scegliere un approccio terapeutico che possa alleviare le sofferenze, ma che consenta di scegliere come affrontare il morire.
Non si tratta di una negazione del diritto fondamentale alla vita, ma di una conferma del diritto alla libertà e alla dignità della persona, anche in età minorenne, in conformità con quanto previsto all’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Deve dunque essere riconosciuta al singolo la possibilità di autodeterminazione in scelte fondamentali e delicate attinenti alla vita e alla dignità della persona, soprattutto in presenza di malattie in fase terminale e di forti sofferenze.