È indispensabile rafforzare l’educazione e la prevenzione contro la barbarie del femminicidio

Il rapporto Eures sulla violenza sulle donne è impietoso: 116 vittime di omicidio volontario in Italia nei primi 10 mesi del 2016, una ogni 3 giorni. Di fronte a questa barbarie, che denigra la dignità della donna fino ad arrivare al suo annullamento, non solo fisico, occorre rafforzare la dimensione della prevenzione.
Dalle campagne di educazione, che devono entrare nelle scuole e nelle case, a un maggior coinvolgimento dei media, occorre sostenere le donne nel difficile ma imprescindibile percorso di stima di sé che le sostenga nella capacità di denuncia.
C’è un elemento, su tutti, che non va sottovalutato: la violenza sulle donne non si declina solo come accanimento sul corpo, ferito, umiliato, portato a morte, ma si configura anche come umiliazione ed emarginazione, anche nei contesti lavorativi.
La violenza è fisica, verbale, è negli epiteti offensivi e sessisti di quegli uomini che fischiano a una donna per strada; in altre parole è anche culturale e per questo un intervento sul fronte educativo, a partire dalle giovani generazioni, è indispensabile.