Vanna Iori

Su Dire: “Genitori oltre la separazione: preservare i figli dai conflitti di fedeltà”

Su Dire: “Genitori oltre la separazione: preservare i figli dai conflitti di fedeltà”
13/06/2016 | Categorie: Dire, Famiglia, Genitorialità, Media Press


Il mio articolo di oggi, lunedì 13 giugno 2016, pubblicato sulle pagine dell’agenzia di stampa Dire.

 

Le separazioni tra i coniugi sono una frattura emotiva all’interno del nucleo familiare in cui le fasi e i passaggi risultano differenti, a seconda di come si costituiscono ed evolvono le ricomposizioni dei legami di coppia e tra genitori e figli.

La situaziona educativa genitoriale che si presenta prima, durante e dopo la separazione è di grande importanza. La complessità del fenomeno non può esaurirsi nei dati statistici e socio-antropologici. Ogni separazione è una storia a sè, ma vi sono elementi di ricorsività: la fine di un legame familiare è anche l’inizio di una nuova costruzione di progettualità educativa.

Ipotizzare che una dissoluzione del legame di coppia possa essere “indolore” per i figli (come molti genitori dichiarano) è una difesa, un rifiuto di vedere e ammettere che si crea sofferenza nei figli, proclamando spesso una loro presunta autonomia o una maturità che risponde alla fretta di liberarsi dai sensi di colpa.

D’altro canto drammatizzare l’evento come una disgrazia senza rimedio è una resa all’angoscia che risulta altrettanto dannosa, poiché risucchia i figli nel vortice del dolore di coppia, nella fissità di un presente immobile, nella perdita di futuro e di progetto.

La separazione può essere un processo spesso lungo e doloroso, ed è difficile stabilire il “momento” in cui avviene. Il divorzio giuridico non ha infatti gli stessi tempi del divorzio emotivo.

Durante questa difficile fase, i conflitti che si erano mantenuti nel “privato” diventano “pubblici”; alla fragilità relazionale del nucleo si aggiunge la difficoltà di comunicare la decisione alle famiglie d’origine, agli amici e ai colleghi; le reti relazionali precedenti si affievoliscono o si perdono del tutto.

Il più arduo obiettivo educativo durante e dopo la separazione consiste nel preservare i figli dai conflitti di fedeltà, mantenendo nei loro confronti un amore generoso che non assuma il carattere del  possesso. I figli non sono ostaggi o prede; sono nati da due e devono rimanere liberi di amare entrambi. Non devono essere costretti a scegliere chi amare.

L’onestà emotiva nel parlare dei conflitti rappresenta uno strumento concreto per trasformare il dolore della separazione in un’occasione di crescita per i ragazzi. Spesso i genitori non raccontano la verità sui motivi che li hanno condotti alla separazione, perché sono essi stessi troppo confusi e sconvolti e perché si sentono privi della capacità di comunicare emozioni e sentimenti che faranno soffrire i figli.

Non è facile spiegare che i genitori sono semplicemente persone con le loro debolezze emotive, le loro fragilità affettive, le difficoltà relazionali, i loro errori e le loro fallibilità. Ma può e deve essere spiegato che la separazione è un evento solo coniugale, mai genitoriale.

I figli devo essere rassicurati sull’affetto di ognuno dei due genitori. Nel timore di fornire risposte sbagliate troppi genitori scelgono il silenzio; preferiscono, per esempio, rinviare il momento in cui annunciare ai figli la loro decisione e, di rinvio in rinvio, finiscono per convincere sé stessi che i ragazzi hanno già capito senza bisogno di dare delle spiegazioni, oppure che non sono in grado di capire.

Troppo piccoli o troppo grandi: in ogni caso i genitori spesso scivolano via dalla loro vita senza un perché. E questo è il più grande errore che va evitato. Mantenere un legame, anche nei mutati contesti familiari, è invece indispensabile per consentire ai figli di guardare ancora al futuro con progettualità per la propria esistenza.

Come afferma Sartre, “io mi trovo implicato in quel che è stato deciso. E nello stesso tempo ho ancora da decidere per tutta una vita”. I figli nella separazione sono inevitabilmente “implicati” in quel “già deciso” che riguarda le scelte dei genitori, e dovranno definire il proprio progetto esistenziale nel complesso transito che comprende scelte, bisogni e desideri interagenti con una determinata realtà familiare.

Se le fasi più difficili sono generalmente quelle che precedono e accompagnano la separazione, tutte le più importanti ricerche mostrano che, dopo un primo periodo di instabilità, subentra generalmente una graduale stabilizzazione delle relazioni nel nuovo nucleo.

Il tempo riprende a scorrere quando il passato può “passare” e il futuro può “ad-venire”, attraverso una visione del mondo che recuperi l’attuabilità di una nuova esistenza. Recuperare la pienezza esistenziale significa mettere in gioco la possibilità di emergere dalla situazione precedente, attraverso un nuovo progetto.




Flavio Maiocco

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