Vanna Iori

Su HP: “Bambini scomparsi: così l’infanzia finisce nei gorghi della violenza”

Su HP: “Bambini scomparsi: così l’infanzia finisce nei gorghi della violenza”


Il mio nuovo articolo uscito oggi, mercoledì 26 maggio 2016, sull’Huffington Post.

 

Un viaggio che dura anni, quelli fragili e decisivi della crescita. Volti che diventano numeri. E numeri che gli egoismi tramutano in nullità. Il popolo dei bambini e degli adolescenti migranti cresce sempre di più e purtroppo aumenta il numero di coloro che spariscono. Sono tanti, troppi.

In occasione del Missing Children Day, la Giornata internazionale per i bimbi scomparsi, che si celebra oggi, dobbiamo accendere un faro su questo dramma umano, che cancella la presenza stessa di una parte dell’infanzia nel mondo, abbandonandola alle violenze sommerse.

I bambini scomparsi nel mondo, secondo quanto riporta un dossier presentato da Telefono Azzurro, sono oltre otto milioni nel mondo ogni anno, 5.389 in Italia nel 2015. I minori stranieri non accompagnati, che rappresentano ben il 40% dei casi, sono i soggetti più fragili e costituiscono il numero di gran lunga più elevato delle sparizioni: nei primi tre mesi del 2016 questa percentuale è arrivata addirittura al 76 per cento.

Cosa si cela dietro queste cifre? Ci sono storie di infanzie e adolescenze invisibili, che restano per sempre sconosciute, percorsi umani che scivolano via attraverso lunghi itinerari di fuga da guerre e miserie, per finire nei gorghi del lavoro nero, della prostituzione minorile, della criminalità organizzata e persino del commercio di organi. Storie che non fanno nemmeno notizia perché se ne perdono i numeri.

Arrivano nei centri di prima accoglienza ragazzi con il viso da adulti, il corpo provato dalle sofferenze, lo sguardo pieno di paura e diffidenza dopo la traversata su un barcone o nascosti dentro a un tir. Si rendono irreperibili cercando di fuggire subito dai centri di prima accoglienza, quando non sono ancora stati identificati o si sono registrati con false generalità, generalmente spinti dal progetto di raggiungere parenti o genitori in altri paesi europei. Ma finiscono quasi sempre in diverse forme di sfruttamento e violenze fisiche e psicologiche. Alcuni li ritroviamo nelle carceri minorili, nell’accattonaggio, nello spaccio, nella prostituzione.

Siamo di fronte a una doppia fragilità dovuta alla duplice erranza: quella nello spazio degli itinerari che attraversano territori e quella nel tempo che attraversa le trasformazioni fisiche e psicologiche. Il tempo dell’adolescente migrante è fatto di viaggi che talvolta hanno una durata di anni, gli anni della crescita.

E si intreccia con lo spazio di un cammino, anch’esso incerto, tra la partenza dalla propria terra, il distacco dagli affetti familiari, la nostalgia di un mondo che non esiste più e gli “approdi” fortunosi nei paesi stranieri. Sempre meno accoglienti! Il loro futuro non si mostra certo ben definito e lineare in questo doppio pericoloso attraversamento tra i mondi e tra le età.

Purtroppo non disponiamo di strumenti per un monitoraggio certo e nemmeno di strutture adeguate per assicurarne il ritrovamento. Per una reale prevenzione del fenomeno dei bambini scomparsi e per il loro ritrovamento è necessario mettere in campo strategie di collaborazione sia a livello nazionale che internazionale coinvolgendo i governi, le forze dell’ordine, i servizi sociali, le associazioni di volontariato, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’esigenza di proteggere i bambini per prevenire scomparse e rapimenti. Ci sono alcune azioni che dovrebbero essere messe in atto immediatamente.

In primo luogo occorre attivare tutte le possibili azioni immediate, poiché un tempestivo avvio delle ricerche, già dai primi momenti dopo la scomparsa, produce più facilmente un esito positivo. Secondariamente è importante offrire anche sostegno emotivo e giuridico, ai genitori e ai familiari dei bambini scomparsi che spesso rimangono abbandonati con il loro dolore e il senso di colpa.

Infine, per quanto riguarda in modo specifico i minori stranieri non accompagnati, occorre ridurre i tempi di permanenza nei Cpa, i centri di prima accoglienza, che sono i più rischiosi per il pericolo di fuga e scomparsa dei minori; evitare condizioni di promiscuità con gli adulti, inserire mediatori linguistici e culturali fin dal primo momento, per conoscere se i minori stiano tentando di raggiungere genitori o parenti in altri paesi europei, per favorire i ricongiungimenti familiari.

E, contestualmente, diffondere e promuovere su tutto il territorio strutture di accoglienza, affido familiare, tutori volontari. Prevenire la scomparsa dei bambini significa preservare il futuro della nostra società: sottraiamoli all’oblio e all’indifferenza che produce violenze e crudeltà.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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