Aborto, in Italia serve una piena applicazione della legge 194
È urgente garantire in Italia la piena applicazione della legge 194 e delle recenti modifiche per la lotta agli aborti clandestini, la contraccezione sicura, l’accesso alla metodica farmacologica, il rafforzamento delle politiche di educazione e informazione, l’ampliamento della rete dei consultori, al fine di prevenire la scelta dolorosa dell’aborto, ma anche di permettere alle donne che compiono questa scelta la facoltà di abortire legalmente e in condizioni di sicurezza.
Per questo ho sottoscritto un’interpellanza urgente, a prima firma Giuditta Pini, rivolta al ministro della salute Beatrice Lorenzin.
I rilievi giunti dal Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa sono preoccupanti, poiché riferiscono che in alcuni casi – considerata l’urgenza delle procedure richieste -le donne che vogliono un aborto possono essere forzate ad andare in altre strutture, diverse da quelle pubbliche, in Italia o all’estero, o a mettere fine alla loro gravidanza senza il sostegno o il controllo delle competenti autorità sanitarie, oppure possono essere dissuase dall’accedere ai servizi di aborto.
I dati sull’obiezione di coscienza in Italia confermano i rischi denunciati dal Consiglio d’Europa, poiché la media nazionale di obiettori è circa il 70% del personale, con alcune situazioni (specie nel Meridione) dove la percentuale sale quasi al 100%. Queste situazioni possono comportare rischi notevoli per la salute delle donne e farle rifluire di fatto nell’aborto clandestino.