Vanna Iori

Su Avvenire un articolo sulla mia proposta di legge su educatori e pedagogisti

Su Avvenire un articolo sulla mia proposta di legge su educatori e pedagogisti
28/02/2016 | Categorie: Educazione, Media Press


Domenica 28 febbraio 2016 sul quotidiano Avvenire è stato pubblicato un articolo di Alessia Guerrieri dedicato alla mia proposta di legge 2656 “Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista“ (clicca qui per seguirne l’iter in Parlamento): alla giornalista ho spiegato cosa prevede questa legge che ha l’obiettivo di mettere ordine nel vuoto legislativo ormai ventennale rispetto alle importantissime professioni dell’educatore e del pedagogista.

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Livorno, Rovigo, Grottaferrata (Rm), Parma, gli ultimi casi in ordine di tempo. Perché ci si ricorda di loro solo quando la cronaca racconta di educatori accusati di maltrattamenti e percosse a minori, disabili, anziani. Per il resto il loro ruolo fondamentale nell’ambito socio-sanitario o in carcere viene per lo più sottovalutato.

E paradossalmente anche il percorso formativo, così come gli ambiti professionali in cui l’educatore e il pedagogista possono operare, sono tutt’altro che definiti. Perciò si assiste in Italia all’anomalia di avere due facoltà – Scienze della Formazione e Medicina – autorizzate a preparare per lo stesso ruolo, quello di educatore professionale appunto. Stessa musica per gli sbocchi occupazionali, spesso lasciati persino alla gestione dei singoli territori regionali.

Ma adesso è in dirittura d’arrivo alla Camera una legge per tentare di mettere ordine al ventennale vuoto legislativo sulla professione di educatore e pedagogista. Il testo è frutto della fusione di due proposte di legge – n. 2656 con prima firmataria Vanna lori (Pd) e n. 3247 targata Paola Binetti (Ap) – che hanno l’obiettivo di «ridare dignità umana e professionale a questo mestiere», attraverso la definizione di titoli necessari per esercitare, funzioni e ambiti professionali.

Il quadro di riferimento è il livello di conoscenze stabilite dal Qeq, quadro europeo delle qualificazioni professionali. Per la prima volta, ad esempio, dopo l’approvazione della legge, «sarà obbligatoria la laurea per accedere alla professioni educative»; un primo passo – secondo Vanna Iori – per superare «la confusione identitaria» che ruota intorno a queste due figure che compongono in Italia una platea «variegata e fragile, vittima di ingiustizie e disparità», di oltre 150mila persone.

Oggi, infatti, esistono persino educatoti che lavorano da molti anni senza avere un titolo universitario, frutto di norme che allora lo permettevano. Per loro, adesso, sono «previste norme transitorie che consentono con un percorso privilegiato di conseguire la laurea, riconoscendo il lavoro svolto come credito formativo».

E, tra gli emendamenti, spunta anche l’ipotesi, per chi lavora da 3 anni nei servizi o ha superato un concorso pubblico per educatore, di «un corso intensivo di un anno svolto in ateneo per conseguire la laurea triennale», spiega lori, e l’esonero per chi ha 25 anni di servizio o oltre 50 anni di età. Certo, chiarisce subito la parlamentare, «la laurea è requisito basilare e indispensabile, ma non sufficiente per essere un buon educatore», ma lo si diventa coltivando «una crescita esistenziale continua», perché si ha a che fare con la fragilità umana.

L’ottimismo è palpabile, sia della prima firmataria che della relatrice Milena Santerini (Demos-Cd). Il percorso in commissione Cultura – iniziato a luglio – procede spedito e si potrebbe iniziare la discussione degli emendamenti, una trentina, già nella seconda settimana di marzo.

«C’è un buon accordo tra i partiti», ammette la deputata centrista, si potrebbe dunque non arrivare nemmeno in Aula e «approvare la legge entro la primavera». In mancanza di una norma che definisca «con contorni chiari» queste professioni «quasi invisibili, ma fondamentali perché lavorano sulla coesione sociale», aggiunge Santerini, «molti si sono autodefiniti educatori». Invece, dove ci sono veri educatori, non c’è «il malcostume» dei maltrattamenti.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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