Cyberbullismo, vietare WhatsApp ai ragazzi non serve: meglio sostenere il ruolo dei genitori
La decisione del preside dell’istituto comprensivo di Parma Sanvitale-Fra Salimbene di pubblicare sulla pagina Facebook della scuola alcuni passaggi di una chat creata da alcuni alunni su WhatsApp, che contenevano insulti irripetibili nei confronti di un ragazzo, rappresenta una scelta provocatoria ma efficace: è anche e soprattutto sui social network che possiamo conoscere gli adolescenti di oggi, i nostri figli e i nostri studenti, e ostacolare il diffondersi di una cultura della violenza verbale online che ha ripercussioni persino tragiche nella vita offline.
Vietare ai ragazzi l’utilizzo di applicazioni come WhatsApp, come hanno fatto alcuni genitori a Parma, non basta e non serve: occorre, al contrario, accompagnare i figli in modo costante, puntando a un uso consapevole della Rete.
Oggi manca forse il tempo dell’accompagnamento dei figli: i genitori, troppo spesso presi dai ritmi forsennati del nostro tempo, sottovalutano o trascurano l’importanza di educare, soprattutto a livello emotivo, i propri figli alla necessità di non utilizzare parole che feriscono gli altri.
Chi accompagna i genitori in questo difficile compito? È essenziale sostenere il loro ruolo creando occasioni di incontro e di condivisione di difficoltà ed esperienze per ricostruire la condivisione educativa.