Dietro il matricidio di Melito una dipendenza dalla Rete paragonabile a quelle per le droghe
Dietro l’episodio della studentessa di 17 anni che a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, ha ucciso la propria madre per i rimproveri ricevuti e soprattutto perché la donna le aveva sottratto pc e cellulare, si nasconde la dipendenza che molti adolescenti nutrono oggi nei confronti della Rete, paragonabile a quella per le droghe.
Questo episodio dimostra come sia urgente intervenire sul fronte della povertà educativa e relazionale (anche nei rapporti con i genitori) che oggi coinvolge un numero troppo elevato di ragazze e ragazzi, configurandosi come un impoverimento emotivo e affettivo.
È evidente che questa ragazza era arrivata al punto di considerare vitale l’utilizzo del computer e del telefonino tanto da eliminare, anche fisicamente, tutti gli ostacoli che si frapponevano al loro utilizzo.
Senza demonizzare le nuove tecnologie, che costituiscono una fonte di informazione importante, occorre tuttavia potenziare quelle politiche di prevenzione educativa per far sì che i minori si muovano all’interno di questo universo con consapevolezza e responsabilità.