Vanna Iori

Minori, il diritto alla continuità affettiva nei percorsi della crescita

Minori, il diritto alla continuità affettiva nei percorsi della crescita
09/10/2015 | Categorie: Huffington Post, Media Press, Minori


Il mio nuovo articolo uscito oggi sull’Huffington Post.

 

Nessuna “vacatio”. Il diritto dei minorenni a essere amati, accolti, educati, non può conoscere interruzioni o pause, tanto meno se queste intervengono nei primi anni di vita. La continuità affettiva costituisce un diritto soprattutto per i bambini le cui storie di vita sono segnate da percorsi tortuosi e dolorosi, che hanno conosciuto esperienze di abbandono, spesso traumatiche, di violenze, di trascuratezza materiale ed educativa, di allontanamento dalla famiglia d’origine.

È quindi importante rafforzare l’opportunità di un percorso che non frantumi ulteriormente l’esperienza di inserimento-allontanamento nei diversi contesti poiché l’impatto di questi cambiamenti sui bambini provoca delle continue cesure di relazioni che minano la loro possibilità futura di stabilire legami significativi in età adulta. Particolarmente importante è ovviamente l’ultimo step, l’adozione, quello definitivo con il quale dovrà avere a che fare almeno fino al compimento della maggiore età.

Salvaguardare questo diritto alla continuità degli affetti, nell’interesse primario dei bambini e dei ragazzi in affido, è l’obiettivo della proposta di legge all’esame della Camera che prevede di non disperdere il patrimonio educativo ed affettivo della famiglia affidataria sia nei casi in cui il minore ritorni nella propria famiglia d’origine sia qualora venga accolto in nuovo nucleo familiare adottivo. In questi passaggi, consentire di rimanere in contatto con i legami affettivi vissuti in precedenza, e di non recidere del tutto le relazioni con i genitori affidatari, è un’opportunità emotiva che consente di arricchire il patrimonio dei sentimenti.

Aggiungo che le competenze emotive sono importanti sia per garantire un percorso sicuro per i minori, sia per coloro che affrontano l’esperienza dell’affido o dell’adozione (con la generosità, ma anche le insicurezze e le preoccupazioni che richiedono grandi investimenti affettivi). Per affrontare il “dopo affidamento” servono percorsi formativi affinché i genitori affidatari e adottivi non siano abbandonati a se stessi, ma possano contare su affiancamento e accompagnamento da parte dei servizi sociali e di chi già ha vissuto l’esperienza del saper “fare spazio” per accogliere e accompagnare un altro essere umano nel tempo della sua crescita.

Sempre finalizzata alla tutela affettiva dei ragazzi, la legge istituisce una “corsia preferenziale” per l’adozione a favore della stessa famiglia affidataria nel caso in cui ve ne siano le condizioni e sia impossibile recuperare il rapporto con quella di origine. Si tratta di un’indicazione pedagogicamente corretta, sempre nell’ambito di quell’intelligenza emotiva che restituisce la possibilità di “sentirsi figli” e guardare al futuro con maggiore fiducia. Se l’esperienza della relazione genitoriale affidataria è stata positiva perché sottrarre il minore a questo contesto? L’adozione, in questo caso, ne rappresenterebbe la naturale prosecuzione. Se in quel contesto ha trovato una prima risposta alla sua fragile esistenza e una possibile sicurezza, è lì che va tutelata la sua possibilità di crescere in modo sereno.

Il nostro Paese deve necessariamente affrontare questo nodo anche alla luce di una situazione che oggi vede numerosissimi casi nei quali il periodo dell’affidamento, che è stabilito in un massimo di due anni, prolungarsi anche oltre questo limite, tra lungaggini burocratiche spesso incomprensibili e talvolta demotivanti che appesantiscono e rallentano i percorsi adottivi.

Questa proposta è stata infatti invocata e sostenuta da tutte le principali associazioni nazionali e le reti di famiglie affidatarie (Ai.Bi., Anfaa, Cometa, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Famiglie per l’accoglienza, Cam, Bayta, Cnca, Care ed altre) che conoscono il dolore delle lacerazioni quando si sono instaurati legami significativi e potenzialmente capaci di ridurre il grado di insicurezza, assicurando un futuro meno incerto nel cammino del diventare una persona adulta.




Vanna Iori

Docente universitaria e Senatrice del Partito Democratico

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