La mia mozione contro la diffusione della prostituzione minorile in Italia
Il 30 luglio del 2015 ho presentato la mozione Iori 1-00965 contro il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili in Italia.
La Camera,
premesso che:
la prostituzione minorile è una emergenza sociale globale, un dramma tristemente diffuso a livello mondiale, un orrore non limitato a realtà di estrema povertà o a Paesi sottosviluppati, ma che interessa diffusamente anche stati socialmente avanzati come l’Italia;
si tratta di un fenomeno complesso e articolato, spesso fortemente connesso alla criminalità organizzata e che, ad oggi, resta ancora in gran parte sommerso;
al di là dei procedimenti penali avviati, dei crimini repressi, delle bambine e dei bambini salvati dalla «strada» e dall’abuso, sono infatti moltissimi i minorenni sfruttati sessualmente che restano invisibili alle autorità e agli operatori sociali;
a oltre 25 anni dalla Convenzione dei diritti del fanciullo di New York è necessaria una risposta forte ed immediata anche da parte del nostro Paese per proteggere bambine e bambini da ogni forma di violenza e di sfruttamento sessuale;
nel nostro Paese la prostituzione minorile interessa soprattutto minorenni straniere (rumene, nigeriane, albanesi e moldave), come evidenziato dall’indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile 2012, svolta dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza;
il fenomeno è strettamente connesso alla tratta, definita dal Protocollo delle Nazioni Unite del 2000 «sulla prevenzione, soppressione e persecuzione del traffico di esseri umani, in particolar modo donne e bambini» (Protocollo di Palermo) come «il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’accoglienza e l’ospitalità di persone, dietro minaccia di ricorso o ricorso alla forza o ad altre forme di costrizione, o tramite rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, o dietro pagamento o riscossione di somme di denaro o di altri vantaggi per ottenere il consenso di una persona esercitando su di essa la propria autorità, a scopo di sfruttamento»;
il rapporto globale 2014 sulla tratta di esseri umani diffuso il 24 novembre 2014 a Vienna da parte dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine rileva come un terzo delle vittime della tratta di esseri umani siano bambini, che nell’80 per cento dei casi vengono sfruttati sessualmente (sulla base dei dati forniti dall’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile del Dipartimento Pari Opportunità);
un secondo aspetto, spesso sconosciuto o ampiamente sottovalutato è il fenomeno della prostituzione minorile maschile, in forte crescita e strettamente connesso all’aumento dei minorenni stranieri non accompagnati (ben 8.201 nel nostro Paese secondo il «Report Nazionale» del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del giugno 2015); il gruppo CRC, nel suo ottavo rapporto, individua un incremento della prostituzione maschile in special modo per quanto riguarda i minorenni rom e marocchini, con un passaggio dalla situazione di accattonaggio a quella ancor più grave di sfruttamento sessuale;
la prostituzione dei minorenni italiani è invece inquadrabile in una duplice realtà: da un lato riguarda bambini e ragazzi appartenenti a famiglie disagiate, che utilizzano tale pratica come mezzo di sussistenza per sé e per il proprio nucleo familiare, in un contesto di povertà sempre più aggravato dalla crisi economica; dall’altro coinvolge minorenni che regolarmente od occasionalmente si prostituiscono non per soddisfare bisogni primari, ma per acquisire beni di consumo, alcol o sostanze stupefacenti; si tratta cioè delle «baby squillo», adolescenti che, spesso assecondate o incoraggiate dagli stessi genitori, si prostituiscono in quartieri benestanti, dove i clienti sono per lo più professionisti o soggetti con stato economico medio-alto; queste adolescenti sono confuse in merito alla loro sessualità, in situazioni di grave fragilità psicologica, spesso aggravata da messaggi distorti dei media, dalla caduta della moralità, dal degrado culturale ed educativo, con adulti di riferimento assenti, non in grado di fornire una risposta genitoriale adeguata o persino conniventi;
sono purtroppo sempre più numerosi i casi di cronaca riguardanti la prostituzione di adolescenti in contesti accomunati da ambienti di benessere economico e povertà educativa e culturale; per citarne solo alcuni:
a Roma la vicenda relativa alla prostituzione di ragazze di età compresa fra i 14 e i 15 anni in un appartamento di viale Parioli si è conclusa con numerose condanne e dieci anni di reclusione per il promotore del giro di prostituzione;
a Milano nel novembre 2013 spunta il caso delle «ragazze doccia», studentesse di licei privati, fra i 14 e i 16 anni di età e appartenenti a famiglie benestanti, che si sarebbero prostituite nei bagni delle scuole per denaro e beni di consumo;
nel luglio 2014 il titolare di un’agenzia fotografica romana è stato arrestato e indagato per pornografia e prostituzione minorile, nella sua attività avrebbe chiesto a ragazze minorenni di spogliarsi e mostrarsi in pose sessualmente provocanti per ottenere lavoro;
nel gennaio 2015 l’arma dei Carabinieri di Lecco ha portato alla luce un giro di prostituzione di ragazze fra i 16 e i 17, stando alla cronaca si sarebbe trattato di ragazze immagine in cerca di soldi facili e notorietà, spinte da una persona che si occupava di pubbliche relazioni alla prostituzione;
nel maggio 2015 una operazione di polizia contro la prostituzione minorile ha portato all’arresto di sei persone tra Roma, Rieti, Viterbo e Napoli; attività di intercettazione e audizioni protette hanno permesso di accertare come la stazione Termini di Roma costituisse punto di incontro e adescamento di minorenni dediti alla prostituzione;
il numero di minorenni avviati alla prostituzione è di difficile quantificazione: molte giovani donne vengono infatti costrette a prostituirsi in luoghi privati o sono tenute in stato di segregazione in appartamenti, hotel o night club, dove il rischio di sfruttamento è ancora più elevato; mentre se la prostituzione avviene su strada esse sono oggetto di rapidi e regolari spostamenti sul territorio al fine di farne perdere le tracce;
i dati più recenti, riportati dall’ottavo rapporto del gruppo CRC 2014-2015 e facenti riferimento ad uno studio in corso di pubblicazione, riferiscono la presenza di 1.079 minori di 18 anni in strada, 135 nei centri di ascolto e 92 nell’accoglienza residenziale;
nell’audizione del febbraio 2015 presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza il procuratore aggiunto Maria Monteleone, titolare dell’inchiesta relativa alle «baby, squillo» del Parioli, ha evidenziato come il fenomeno sia aumentato in due anni del 442 per cento, con il passaggio da 35 casi di procedimenti penali riguardanti l’induzione, il favoreggiamento o lo sfruttamento della prostituzione minorile registrati nel 2012 a 191 casi nel 2014, registrando altresì un’impennata della prostituzione maschile del 50 per cento;
l’ordinamento italiano ha adottato adeguati strumenti legislativi di contrasto alla prostituzione minorile, anche a seguito della ratifica con legge, 1o ottobre 2012, n. 172 della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale nonché tramite l’emanazione del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24 in attuazione della direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime, che sostituisce la decisione quadro 2002/629/GAI e del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, in attuazione della direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, che sostituisce la precedente decisione quadro in materia 2004/68/GAI;
il codice penale italiano punisce severamente all’articolo 600-bis il reclutamento, l’induzione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di una persona inferiore degli anni diciotto nonché il soggetto che compie atti sessuali con un minore di età compresa fra i quattordici e i diciotto anni in cambio di un corrispettivo in denaro o di altra utilità, anche solo promessi; a sua volta, l’articolo 600-quinquies punisce le iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile;
l’articolo 601 del codice penale punisce con la reclusione sino a venti anni la tratta di persone;
nonostante la normativa presente nel codice penale, si individua, ad oggi, una carenza di interventi a livello educativo, sociale e culturale, nonché di strumenti di monitoraggio e prevenzione, in special modo per quanto riguarda i gruppi a rischio e i minori stranieri non accompagnati;
mancano altresì le necessarie misure di tutela e accompagnamento delle giovani vittime in percorsi di riabilitazione e di recupero;
mancano cioè tuttora provvedimenti relativi alla disciplina delle procedure per l’accertamento dell’età dei minorenni stranieri vittime di tratta e l’adozione di un programma di emersione, assistenza e protezione sociale previsti rispettivamente dagli articoli 4 e 8 del decreto legislativo 4 marzo 2014 n. 24 e all’adozione del piano nazionale di azione contro la tratta, di cui all’articolo 9 del medesimo atto normativo;
manca una collaborazione sinergica fra le Forze dell’ordine, il terzo settore, i servizi socio educativi e la scuola, decisiva per la lotta al fenomeno, soprattutto per incentivare e facilitare la denuncia di situazioni di abuso o sfruttamento; gli istituti scolastici in particolare possono farsi carico di un importante ruolo attivo nell’educazione dei giovani al rispetto del proprio corpo vigilando sull’emersione di situazioni di disagio riconducibili ai comportamenti illeciti descritti;
mancano adeguati strumenti di conoscenza e repressione degli aspetti legati al web e alla rete internet, sia per quanto riguarda l’utilizzo di questo strumento per l’offerta della prestazione sessuale, sia per il purtroppo diffuso fenomeno dell’adescamento online di minorenni, che, secondo i dati di Telefono Azzurro nel solo periodo gennaio-dicembre 2014, ha prodotto 5862 segnalazioni, delle quali il 3,2 per cento ha riguardato casi di abuso sessuale e pedofilia, anche nei confronti di ragazze molto giovani fra i 12 e i 14 anni,
impegna il Governo:
ad attivare, nel più breve tempo possibile, un sistema strutturato e istituzionalizzato di raccolta dati e monitoraggio del fenomeno su tutto il territorio italiano;
ad intensificare, tramite il coinvolgimento delle Forze dell’ordine, vigilanza, controllo e repressione della prostituzione minorile che avviene sulla strada;
a rafforzare gli strumenti di tutela e accompagnamento delle giovani vittime in percorsi di rieducazione, riabilitazione e recupero;
a sostenere e potenziare l’attività di repressione relativa alla diffusione di materiale pedopornografico tramite la rete internet e all’adescamento online di minorenni operata dalla polizia postale e delle comunicazioni;
ad incentivare, attraverso la collaborazione del terzo settore, dei servizi socio educativi e della scuola, interventi a sostegno della genitorialità, anche al fine di contrastate la povertà educativa e culturale dei minorenni e delle famiglie;
ad accelerare l’iter relativo all’adozione dei provvedimenti concernenti l’assistenza e la protezione sociale per minorenni straniere e stranieri vittime di tratta, nonché per l’adozione di un piano nazionale di azione come previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24.