La mia mozione sull’emergenza nel campo profughi di Yarmouk, in Siria
Il 9 aprile del 2015 ho presentato la mozione Iori 1-00785 sulla situazione d’emergenza del campo profughi di Yarmouk, in Siria.
La Camera,
premesso che:
in Siria è in corso un feroce conflitto che ha determinato una delle più grandi catastrofi umanitarie dalla fine della seconda guerra mondiale, con oltre 200.000 vittime, quasi 4 milioni di profughi, oltre 7 milioni di sfollati e 12 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria;
Italia fin dall’inizio del conflitto si è adoperata per promuovere una soluzione politica nei diversi fori internazionali, in particolare nell’ambito del gruppo «Amici della Siria» e delle Conferenze di Ginevra I e II, e sta continuando a seguire prioritariamente la situazione dei profughi nei diversi campi localizzati in Giordania, Libano e Turchia, come testimoniato dalla recente visita al campo profughi di Azraq da parte del Ministro Gentiloni, proseguendo ad offrire assistenza umanitaria;
negli ultimi mesi l’Italia ha sostenuto gli sforzi del rappresentante speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, per propiziare una de-escalation della violenza ed un congelamento dei combattimenti in alcune aree specifiche del Paese;
secondo le informazioni che giungono dai media locali e internazionali, nonché dalle organizzazioni umanitarie, come l’Unicef, la situazione già disumana del campo profughi di Yarmouk, a circa otto chilometri a sud di Damasco, in Siria, sta assumendo un carattere di emergenza umanitaria;
il campo profughi su citato, abitato da circa 18 mila palestinesi, è stato occupato dal 1o aprile 2015 dallo Stato islamico (Is), che attualmente presidia gli accessi al medesimo campo;
all’interno del campo di Yarmouk si trovano circa 3.500 bambini, ostaggi del terrorismo, senza acqua, cibo e medicinali, costantemente a rischio di morte, abusi e violenze;
l’8 aprile 2015, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, ha previsto di mettere in campo un intervento urgente in favore dell’Unicef e dell’Unrwa (Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi), pari a 1,5 milioni di euro, contribuendo così all’attività di Unicef di protezione umanitaria e assistenza psicologica ai bambini palestinesi, che sono tuttora nel campo, oltre che alle famiglie che sono riuscite a evadere dalla spaventosa trappola di guerra, fame e deprivazioni;
il Ministro Gentiloni ha, altresì, evidenziato la necessità di intervenire rapidamente e fare il possibile per creare corridoi umanitari, con l’obiettivo di limitare i danni di una situazione già drammatica;
è necessario agire prontamente non solo con gli aiuti economici, ma con azioni finalizzate ad allontanare i bambini del campo profughi di Yarmouk dalle zone di guerra e da condizioni precarie al limite della sopravvivenza, favorendo programmi solidaristici di accoglienza e affidamenti temporanei;
i citati programmi solidaristici possono essere realizzati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, congiuntamente al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, tramite l’accoglienza temporanea in Italia di minorenni non aventi cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione europea, attraverso l’attività di promozione operata da enti, associazioni o famiglie, seguiti da uno o più adulti con funzioni di sostegno, guida e accompagnamento;
la realizzazione di tali programmi potrà avvenire sulla base della normativa prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 dicembre 1999, n. 535, che ha definito i compiti del «Comitato minori stranieri», affinché venga garantita la tutela dei minorenni accolti in Italia nell’ambito di programmi solidaristici in linea con quanto dichiarato dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre 1989;
la permanenza in Italia di breve durata potrà avvalersi dell’esperienza positiva, realizzata dal 1993; tramite l’accoglienza dei bambini vittime delle conseguenze della nube tossica di Chernobyl e residenti nelle zone contaminate della Bielorussia,
impegna il Governo:
a mettere in atto a livello internazionale, nel più breve tempo possibile, tutte le azioni necessarie per ridurre il livello della violenza in Siria per porre le premesse di un processo politico inclusivo nel Paese che possa anche facilitare il compito di arginare questa tragedia che coinvolge anche tanti bambini e adolescenti, prendendo immediati contatti con enti e associazioni che già operano sul territorio;
ad intensificare in tutte le pertinenti sedi internazionali le iniziative più appropriate, anche mediante la creazione di corridoi umanitari e programmi di accoglienza, destinate ai bambini di Yarmouk e alle centinaia di minori che sono profughi in Libano, ostaggi dei terrorismo;
a promuovere permanenze temporanee in Italia dei bambini profughi da Yarmouk, assumendo come riferimento le modalità degli affidamenti temporanei, già sperimentati con successo in occasione dell’accoglienza dei bambini di Chernobyl da parte delle famiglie italiane.